All'indomani del voto europeo, che ha ribaltato gli equilibri di forza, la tenuta del governo M5s-Lega si misurerà su alcuni dossier 'caldi' che rischiano di mettere a dura prova la già difficile convivenza tra i due partiti. Matteo Salvini ha indicato le sue priorità: sicurezza, riduzione delle tasse (a partire dalla flat tax), Tav e grandi opere bloccate, autonomia. Sullo sfondo lo spettro di una manovra da oltre 30 miliardi che l'Italia sarà chiamata a mettere in campo in autunno e che parte già con una pesante posta: 23 miliardi di clausole di salvaguardia da disinnescare, principalmente legati all'aumento dell'Iva.
Ma se il no all'aumento delle tasse è uno dei punti fermi nell'alleanza tra M5s e Lega, il rispetto dei vincoli europei, e di quel famoso tetto del 3% del deficit, rischia di far saltare il 'patto' tra i due soci di maggioranza. A complicare lo scenario potrebbe essere l'imminente arrivo della lettera con la quale la Commissione europea chiederà spiegazioni sull'aumento del nostro debito pubblico. Primo passo per l'apertura di una procedura d'infrazione.
La partita post elettorale si aprirà già in settimana con la ripresa dell'esame dei due provvedimenti rimasti in stand-by in Parlamento: il decreto Sblocca cantieri che approderà in Aula al Senato e il dl Crescita che proseguirà l'iter nelle commissioni alla Camera. Un Consiglio dei ministri potrebbe essere convocato in settimana per affrontare gli altri dossier rimasti in sospeso: il decreto Sicurezza bis e l'Autonomia.
Tav e grandi opere
È senza dubbio il dossier più esplosivo. L'alta velocità è stata fin dall'inizio tema di scontro tra i due partiti. Un totem per la Lega, una battaglia identitaria per i 5 stelle. Il compromesso raggiunto a marzo, imposto dal premier Giuseppe Conte che, di fatto, non ha fermato i bandi di gara, rischia quindi di saltare con i nuovi equilibri di forza. Il partito di Salvini è deciso a chiudere subito la partita, forte anche della vittoria del fronte Sì Tav in Piemonte alle Europee e alle Regionali.
Il risultato del voto imprime ora un'accelerazione. La Lega punta a inserire la Tav tra le opere da commissariare per accelerarne la realizzazione. Nei giorni scorsi il partito di via Bellerio aveva ritirato l'emendamento al decreto Sblocca cantieri depositato nelle commissioni Ambiente e Lavori pubblici del Senato che chiedeva di inserire la Tav tra le opere prioritarie per le quali nominare un commissario. La proposta di modifica, che Pd e Forza Italia avevano annunciato di voler sostenere, era stata presentata anche per l'Aula dove il decreto è atteso a partire da domani. Nessun passo indietro aveva precisato il Carroccio assicurando che l'emendamento sarebbe stato discusso in Assemblea. Il dossier tornerà quindi sul tavolo già a partire dalle prossime ore considerando anche che oggi scadono i bandi per il tunnel di base della Torino-Lione.
Flat tax e riduzione delle tasse
La Lega è pronta a tornare alla carica con il suo cavallo di battaglia: un'aliquota del 15% per i redditi più bassi. Il tema della riduzione delle tasse per imprese e famiglie si affronterà con la legge di bilancio ma è stato già oggetto di conflitti interni nella maggioranza. Il nodo resta quello delle coperture. Nelle stime leghiste la misura costerebbe intorno ai 15 miliardi. Ma la tassa piatta ha sempre lasciato freddi i Cinque stelle che non vogliono favorire i ceti più ricchi a discapito di quelli medi e puntano a usare le poche risorse in campo per il salario minimo che Di Maio vorrebbe approvare entro agosto.
Il Carroccio vorrebbe finanziare la flat tax con una sforbiciata alle tax expenditures, la giungla degli sconti fiscali su cui negli anni si è concentrata la tentazione di tutti i governi. Ma per portare a casa il risultato il partito di Salvini e' disposto anche a sforare i vincoli europei sul deficit.
Autonomia
Il tema dell'autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna tornerà in discussione nella fase post elettorale. Le bozze delle intese sono pronte da mesi ma presentano problemi di carattere finanziario. Il tema figurava all'ordine del giorno dell'ultimo Consiglio dei ministri prima delle elezioni ma solo come aggiornamento sullo stato dell'iter e non è stato nemmeno affrontato. La Lega però non è più disposta ad aspettare e tornerà all'attacco per rimettere sul tavolo la riforma su cui finora i Cinque stelle hanno frenato, forse già dalla prossima riunione di governo.
Famiglia
Il pacchetto famiglia è un altro dei temi divisivi. Lega e M5s si contendono i risparmi del reddito di cittadinanza, quantificati in circa un miliardo, per finanziare le misure per le famiglie con figli. Quello che nelle intenzioni del capo politico M5s doveva essere un decreto legge dovrebbe ora essere trasformato in un disegno di legge in cui potrebbe confluire, a questo punto, anche il pacchetto di proposte di modifica al decreto crescita promosso dal ministro della Famiglia Fontana.