Qual è il peso della presenza in televisione dei politici? A quante persone arrivano? L’associazione Copernico ha sviluppato uno strumento che prova a spiegare in numeri quella che chiamano la ‘pressione comunicativa’ esercitata da rappresentati di governo e opposizione. Incrociando i dati Agcom sulla presenza dei politici in televisione con l’audience delle trasmissioni rilevata da Auditel, l’applicazione agcom.g0v.it consente di esplorare in modo interattivo i dati contenuti nei report.
L’incrocio dei dati, spiega ad AGI il programmatore del software Enrico Fagnoni, fornisce “una più accurata misurazione della esposizione effettiva dei politici, in linea con lo spirito delle norme in materia di pluralismo”. I dati provengono dalle tabelle dei dati pubblicati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nell’ambito della loro attività di monitoraggio della comunicazione politica. Unendoli a quelli dello ‘share’ delle televisioni hanno sviluppato un’indice chiamato ‘Tv impression’, che racconta la pressione comunicativa.
Nella classifica dei primi sedici politici per presenza in tv, il primo posto lo occupa il capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio, seguito da Matteo Salvini, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Nicola Zingaretti per restare tra i primi 5 posti. Il punteggio che affianca i nomi dei politici viene da una metrica sviluppata dallo stesso Fagnoni. Di Maio ad esempio, nella settimana dal 13 al 19 maggio, ha 619 milioni di ‘Tv impression’. Salvini 418 milioni. Berlusconi 388 milioni e giù a scendere fino al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti che ne ha circa 41 milioni (qui una panoramica di tutti i dati).
Ma cos’è e come si calcola questo dato? “Ho inventato una metrica che rispecchia nel mondo della tv la logica delle impression dei banner di Internet”, spiega il 55enne informatico. “Agcom dà i suoi dati in modo asettico. Conteggia i minuti con due metriche: il tempo di parola e quello di notizia. Ma è evidente che 10 secondi al Tg1 con 4 milioni di spettatori non hanno lo stesso valore di 10 secondi di un programma notturno su una rete minore”. La soluzione è stata una nuova metrica: “L’ho inventata io. So che questi dati sono molto scivolosi e che ognuno può vederci cose che piacciono o meno. Ma credo sia l’unico modo per capire quanto effettivamente pesa la presenza di un politico in tv”.
Come si arriva quindi al “Tv impression”? “Parte dal presupposto condiviso che per dire in Tv un messaggio di senso compiuto servano 10 secondi. Se un politico ci sta 20 secondi, si può dire che ad un numero ‘x’ di persone arrivino due messaggi di senso compiuto. Quindi se il Tg1 ha 4 milioni di persone e un politico parla per 20 secondi, l’”impression’ è di 8 milioni”. Un po’ come se arrivassero 8 milioni di messaggi.
Fagnoni si occupa con la sua azienda, LinkedData.center, di intelligenza artificiale e costruisce grafi della conoscenza attraverso tecnologie che accorpano e analizzano dati usando gli standard del web semantico. Sulla sua soluzione non nasconde un po’ di scetticismo, e ammette che il metodo possa non convincere tutti fino in fondo: “È un approccio soggettivo, ma credo sia l’unica alternativa al momento per capire la potenza reale di una presenza in televisione. Qualcosa che vada al di là del numero di minuti dell’Agcom”.