Da oggi “incomincia il suo iter la norma voluta dai 5Stelle” sul conflitto d’interessi, segnala Il Fatto Quotidiano. E per prima cosa “salta il divieto per i ricchi”. Cioè, “Di Maio alla fine toglie il tetto dei 10 milioni di patrimonio per chi governa”.
Come mai? Primo, perché “era certamente incostituzionale, gli hanno spiegato”, secondo perché “soprattutto avrebbe irritato tanti imprenditori e in generale l’alta borghesia, attirando sul Movimento l’accusa di essere pauperisti e fomentatori dell’odio sociale”. Per altro la stessa accusa che Di Maio rivolge a Salvini: “Troppa tensione, abbassi i toni”.
“Così ieri Luigi Di Maio ha abiurato” sottolinea il quotidiano diretto da Marco Travaglio. “E ha fatto togliere dalla proposta di legge sul conflitto d’interessi, che oggi verrà calendarizzata in commissione Affari costituzionali alla Camera, il riferimento ai più ricchi, quelli con patrimoni da dieci milioni in su” si legge ancora su Il Fatto, che così seguita.
“E chissà che ne pensa Silvio Berlusconi, a tutt’oggi la prima, possibile vittima del provvedimento, che proprio ieri sera aveva battuto un colpo in tv a Povera Patria: ‘Non sono preoccupato della legge sul conflitto di interessi perché se non ci pensa la Lega, ci penserà la Corte costituzionale a fermarla. Non sono affatto preoccupato’.
E sono sillabe che testimoniano il contrario, ossia l’irritazione del capo di Forza Italia, che ascolta minacce di norme apposite da quando discese in politica nel 1994: e ogni volta si sono dimostrate chiacchiere”. Farà sul serio il M5S questa volta? E soprattutto la Lega glielo consentirà? Anche questo è un banco di prova.