"Non ho nella Lega alcun ruolo politico", "non sono amico di Matteo Salvini. L'ho incontrato solo una volta in occasione del convegno al quale ero stato invitato come relatore insieme ad altri sette esperti, proprio per le conoscenze tecniche che ho nel settore energetico e ambientale". E infine: "non ho amici nella Lega".
In un'intervista esclusiva al Corriere della Sera, Paolo Arata, l'imprenditore indagato per corruzione con il sottosegretario leghista Armando Siri, costretto poi a lasciare il governo, continua negare ogni accusa: "Quando vedranno i miei telefoni e i computer, ma soprattutto quando esamineranno i miei conti correnti, si renderanno conto che io non ho commesso alcun reato". Accanto al suo avvocato Gaetano Scalise, ripete che "da questa storia uscirò pulito. Sono accuse che feriscono me, e la mia famiglia".
Sui rapporti con Armando Siri, Arata spiega: "Ho sempre avuto un rapporto di stima ed amicizia, e sebbene la nostra frequentazione sia iniziata solo un paio di anni fa, l'ho potuto apprezzare per le sue capacità intellettuali e politiche. Adesso sono veramente costernato per quello che sta subendo senza colpa, mortificato perché è stato ingiustamente rimosso dal governo".
Come vi siete conosciuti? "Mi sembra mi sia stato presentato in un incontro a Milano prima che lui diventasse senatore. Non ricordo se fossi con mio figlio Federico".
Lo stesso Federico che è stato assunto a Palazzo Chigi dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti? "Non è stato assunto, si tratta di una consulenza ancora in itinere, come hanno ben chiarito fonti di governo. In ogni caso mio figlio è completamente estraneo all'indagine, ha un percorso professionale e di vita del tutto autonomo".
Riguardo ai rapporti con il sottosegretario Giorgetti, "l'ultima volta che l'ho visto è stato in occasione del famoso convegno del marzo 2017. Ma da quando è a Palazzo Chigi non l'ho mai più visto e sentito".