Lo schema di decreto legge presentato ieri da Matteo Salvini dà nuova linfa alle polemiche interne al governo e suona il gong di un nuovo match tra il ministro dell'Interno e l'alleato, Luigi Di Maio. Nello schema del 'decreto sicurezza bis', è previsto, tra le altre cose, che la "competenza a limitare o vietare il transito e la sosta nel mare territoriale" passi al Viminale.
Quindi, allo stesso Salvini. Ma c'è di più: sono previste multe per le ong che salvano i migranti in mare: fino a 5 mila euro a persona accolta a bordo. Ma ad innescare la reazione del Movimento 5 Stelle è la doppia missiva che Salvini invia al ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, e al presidente del consiglio, Giuseppe Conte in cui chiede "un salto di qualità" nel contrasto all'immigrazione.
Parole che suonano alle orecchie di Di Maio come le scuse di uno scolaro che non ha fatto i compiti a casa:
"Io sono deluso dal decreto sicurezza bis, perché non c'è niente sui rimpatri. Il tema ora non sono gli arrivi. Gli arrivi li abbiamo fermati grazie alle politiche migratorie fatte dal ministero dell'Interno e da tutto il governo, e sono politiche che fanno in modo che anche quando arriva una nave con 30 persone a bordo, la maggioranza va negli altri paesi europei. Il tema vero, adesso, è sui rimpatri e noi siamo pronti a dare una mano al ministero dell'Interno se serve. Io non faccio il ministro dell'Interno, ma non può essere sempre colpa degli altri".
Ma Di Maio si spinge oltre il metodo e andando a guardare i contenuti di quello schema ne sottolinea la vacuità, avanzando il sospetto che si tratti di una 'arma di distrazione di massa' usata da Salvini per nascondere mediaticamente il caso Siri:
"Non vorrei che il decreto sicurezza fosse l'ennesima iniziativa per coprire il caso Siri e per coprire quello che è successo sulla corruzione in queste tre settimane, perché all'interno non vedo grandissime novità sui rimpatri, che sono oggi il tema centrale per l'immigrazione", sottolinea il capo del Movimento 5 Stelle.
Il segretario leghista sembra non raccogliere e va avanti: il decreto potrebbe essere presentato in Consiglio dei Ministri già la prossima settimana, dice. "Lo abbiamo già inoltrato a tutti gli altri ministeri. Quando gli altri ministeri rapidamente mi daranno le loro riflessioni, io sono pronto".
Nel pomeriggio, poi, fonti del Viminale fanno sapere che Giuseppe Conte e Enzo Moavero Milanesi hanno già risposto alla missiva di Salvini e parlano di "piena sintonia e condivisione degli obiettivi: è il senso delle lettere che il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi hanno indirizzato al ministro dell'Interno Matteo Salvini, rispondendo alla missiva del responsabile del Viminale. Conte", aggiungono le stesse fonti: "Le lettere del premier e di Moavero Milanesi sono una risposta positiva e molto apprezzata dal Viminale, a poche ore dal Decreto sicurezza bis che interviene con decisione contro i trafficanti di uomini e gli aggressori delle Forze di Polizia. Obiettivi e proposte che saranno certamente condivisi da tutto il governo".
Dall'opposizione, è il Partito Democratico a bocciare senza appello Salvini e il suo decreto bis: "Assumessero più personale, aprissero i commissariati nei quartieri difficili, si impegnassero contro la criminalità organizzata. Allora sì che sarebbe un decreto sicurezza", spiega il segretario Nicola Zingaretti: "Questo decreto è l'ultima pagliacciata della lite M5s-Lega per farsi i dispetti, e intanto il Paese soffre. Non verrà mai approvato".
Mentre il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, si chiede se la sicurezza "si garantisce multando chi salva vite umane? Si garantisce la legalità togliendo in modo irrituale competenze ad altri ministeri? Il leader leghista - prosegue l'esponente della sinistra - impaurito dalle inchieste sulla questione morale che coinvolgono il suo partito e infastidito per le critiche nei suoi confronti per i fallimenti di governo sta perdendo la testa".