"La polemica su Altaforte si è scatenata prima delle dichiarazioni di Francesco Polacchi (editore di Altaforte ndr), penso sia semplicemente un attacco strumentale al ministro Matteo Salvini, che si è fidato di me". Così Chiara Giannini, autrice del libro-intervista "Io sono Matteo Salvini" che stamattina a Torino ha partecipato alla presentazione del volume edito da Altaforte, casa editrice, vicina a Casapound, esclusa dal Salone del libro. Giannini oggi si è recata al Salone con una copia del volume "per fare vedere a tutti quelli che me lo hanno impedito, compreso il signor Lagioia e la sindaca Appendino, che la cultura spacca i ponti e può entrare ovunque".
"Salvini è un uomo molto aperto di mentalità - ha aggiunto l'autrice - l'ho visto qualche giorno fa durante un comizio in Toscana, ci siamo salutati come sempre ma non abbiamo parlato del libro. Quando ho fatto la richiesta ai suoi più stretti collaboratori di poter pubblicare il libro-intervista, ho inviato una mail dicendo che l'avrei fatto con Altaforte. Il ministro non ha rilasciato un'intervista ad Altaforte, ma a Chiara Giannini come ha fatto tante altre volte in questi anni. L'ho intervistato prima per Libero, con cui lavoravo, e quindi per Il Giornale numerose volte, lui si è fidato di me. E per quanto riguarda Casapound - ha concluso - non mi sembra sia un partito
"Gravissimo censurare un libro"
"Qualcuno dell'intellighenzia di sinistra italiana mi ha criticato, Christian Raimo ha fatto una sorta di lista di epurazione di alcuni colleghi che sono del tutto indipendenti. La decisione di estromettere Altaforte viene da alcune persone di quell'ambiente che si sono schierate", prosegue la giornalista, "credo ci sia una piccola minoranza in Italia che non si vuole rendere conto che è finita l'età dell'imposizione culturale di un certo tipo, c'è liberta' di stampa e opinione, la gente ha bisogno di libertà ed è gravissimo vietare la presentazione di un libro e censurarlo. Quando si arriva a bruciare un libro come all'epoca dei roghi vuol dire che abbiamo fatto davvero tanti passi indietro".
"Ho il massimo rispetto per gli scampati ai campi di concentramento, è un capitolo della storia vergognoso e che mi addolora moltissimo. Hanno subito una restrizione della loro libertà, la stessa che ora sto subendo io", ha proseguito, "non ho fatto niente di male, ho semplicemente pubblicato un libro con una casa editrice che può piacere o non piacere. Credo sia veramente vergognoso che un piccolo gruppo di personaggi italiani vogliano imporre il loro punto di vista sugli altri. Con Altaforte aveva già pubblicato un libro sui 54 caduti in Afghanistan. In Italia non esiste una targa a loro dedicata. Con i proventi di questo libro realizzeremo proprio una targa". Insieme all'autrice anche l'avvocato Elisabetta Aldrovandi, legale di Chiara Giannini. "Abbiamo già provveduto a diffidare il Salone del Libro - spiega l'autrice - e intenteremo causa civile per chiedere un risarcimento dei danni".