Sempre più rovente il clima nel governo sul caso Siri. "La Lega tiri fuori le palle e lo faccia dimettere", l'appello di questa mattina del Movimento 5 stelle con Luigi Di Maio che è tornato a chiedere all'alleato di governo di far fare un passo indietro al sottosegretario ai Trasporti, indagato per corruzione. "Ora voglio dire a Salvini che è facile fare il forte coi deboli, questo è il momento del coraggio", ha sottolineato inoltre Di Maio.
La risposta del vicepremier leghista è netta: "Anche gli amici dell'M5s pesino le parole. In Italia si sta superando il limite, a sinistra stanno coltivando un odio pericoloso, dalle opposizioni le critiche sono ovvie, da qualcuno che dovrebbe essere alleato no. Sono stufo. La mia parola è una e questo governo va avanti cinque anni, basta che la smettano di chiacchierare. Mi dicono 'tiri fuori le palle'? Ricevo buste con proiettili per il mio impegno contro la mafia. A chi mi attacca dico tappatevi la bocca, lavorate e smettete di minacciare il prossimo. È l'ultimo avviso".
Nel corso di un comizio a Roma il segretario del partito di via Bellerio ha spiegato che non ci saranno passi indietro da parte della Lega: "Lo dico a tutti: destra e sinistra, un conto è il confronto, un conto il tiro al bersaglio".
Al centro dello scontro quindi sempre il 'caso Siri'. Durante una tappa elettorale in Toscana il ministro dell'Interno ha ribadito di non voler mollare il sottosegretario: "Io sono abituato a non abbandonare mai gli uomini con cui si è fatto un pezzo di strada insieme, e questo vale a livello locale come a livello nazionale". Ed ancora: "Sarebbe meglio se gli M5s ci aiutassero a cambiare in meglio questo paese senza offendermi ogni giorno". E sulle polemiche sulla sicurezza: "I reati sono scesi del 15%, da ministro rispondo alle polemiche con i fatti".