È molto probabile, spiegano fonti di Palazzo Chigi, che l'incontro tra Giuseppe Conte e Armando Siri non avvenga lunedì ma nei giorni successivi, dal momento che il presidente del Consiglio rientrerà da Pechino domenica notte e martedì ripartirà per la Tunisia.
I due partiti di maggioranza continuano a tenere le rispettive posizioni, con, da una parte, il 'fuoco di fila' dei pentastellati che chiedono un passo indietro del sottosegretario leghista, indagato per corruzione, e, dall'altra, i leghisti che difendono l'ideologo della 'flat tax', cui il ministro Danilo Toninelli ha già revocato le deleghe. Tra i due 'fronti', non sarebbe in atto alcuna trattativa per arrivare a una soluzione - viene riferito da fonti governative di entrambi i partiti - in attesa dell'incontro 'chiarificatore'.
Al momento, non vi sarebbero stati nuovi contatti tra il presidente del Consiglio e il sottosegretario, dopo la telefonata di mercoledì sera, nè Conte avrebbe discusso del tema con Matteo Salvini. Da un lato, Luigi Di Maio, chiede apertamente che il premier "spinga" Siri alle dimissioni. "Conte non ci ha mai chiesto un passo indietro di Siri", si fa, invece, trapelare dalla Lega, "e noi non abbiamo alcuna intenzione di tirare per la giacchetta il presidente del Consiglio".
Da Pechino, dove si trova per il Forum sulla Via della seta, Conte ha ricordato di aver parlato con Siri, prima di partire per la missione in Cina. "E mi sono scusato", ha confidato, per non averlo potuto incontrare proprio per il viaggio programmato da tempo. Il premier non ha nascosto che nella gestione del caso che coinvolge il sottosegretario leghista "c'è anche una considerazione umana per una persona che sta lì e attende di incontrare il suo presidente del Consiglio, cui deve delle spiegazioni". Ma quelle spiegazioni, conferma Conte, il presidente del Consiglio "le vuole ricevere, gli vuole parlare", dopodiché "la considerazione umana - ha puntualizzato - non potrà essere determinante".
A chi gli ha chiesto come, eventualmente, mettere fuori dalla squadra di governo il sottosegretario, se non fosse lui stesso a fare un passo indietro, Conte risponde con un "lo vedremo a tempo debito", rimarcando intanto che "se mi dovessi convincere in tal senso, non ci saranno alternative, per quanto mi riguarda". "La mia linea è sempre quella", ha assicurato Conte, "mi è molto chiara nella mente, non c'è nessun condizionamento".