Tiro a Tria. Il ministro dell’Economia è ora più che mai nel mirino del governo. In particolare dei 5 Stelle. Lo pensa la Repubblica che titola l’apertura della prima pagina “Bersaglio Tria” ma anche un quotidiano come Libero che a sei colonne denuncia: “Obiettivo: silurare Tria”.
In un colloquio con il Corriere della Sera, Tria lamenta: “Ho subito un attacco spazzatura sul piano personale. Le cose possono apparire molto diverso a seconda di come si presentano», dice. Il ministro è furioso per come sia stata coinvolta la sua famiglia. «Ci sono violazioni della privacy — dice —. Mi chiedo chi è che passa ai giornalisti queste cose”.
E ancora: “Se andassi via dovremmo vedere quale sarebbe la reazione dei mercati” confida a Federico Fubini che nell’incipit dell’articolo fa notare come “la diffidenza dei 5 Stelle verso Giovanni Tria si è radicata nei mesi di governo con le resistenze del ministro dell’Economia ad alcune delle richieste più audaci del Movimento. Non è un caso se gli attacchi dei leader del M5S ai suoi collaboratori più stretti sono iniziati in settembre, con le prime scelte sul bilancio. Ma il caso attorno alla consigliera Claudia Bugno (che al Corriere dice: “Io resto al mio posto. Certo, se il ministro mi dice che non ho più la sua fiducia sono pronta a fare un passo indietro. Ma questo non è successo”) sembra diventato per i Cinque Stelle l’innesco per ciò che il Movimento cercava da tempo: un argomento per cercare di indebolire il ministro e magari renderlo più malleabile su tutto ciò che a M5S e Lega interessa”. Consigliera, che nel frattempo rinuncia all’incarico alla StMicroelectronics, la società catanese che produce software, per entrare a far parte del consiglio dell’Agenzia spaziale italiana.
Ma il superministro economico viene tirato in ballo anche dal Commissario europeo Juncker, come racconta la Repubblica, “quando ricorda a Giuseppe Conte che è il suo ministro del Tesoro ad aver parlato di recessione” e “nello studio presidenziale di Palazzo Chigi cala il gelo. Il premier si ferma un attimo, poi scarica Giovanni Tria: ‘Non parlava a nome del governo’”. Un colpo mortale? “Resta il fatto - prosegue il quotidiano - che per Tria è l’ennesimo giorno di passione. Sulle misure che dovrebbero risarcire i risparmiatori lo scontro è durissimo. Salvini su questo lo infilza davanti alle telecamere di Montecitorio: ‘Sto perdendo la pazienza. C’è fiducia piena e totale in lui, però deve fare in fretta, il provvedimento è sul suo tavolo da un mese e mezzo’”. “La tensione resta palpabile, il ministro è provato, sconfortato, stanco” annota il quotidiano. “Hanno chiamato in causa anche il figlio della sua seconda moglie e lui - stando a quanto trapela - si sarebbe sfogato: ‘Non si può mettere in mezzo la famiglia’”.
In questo quadro di governo altamente conflittuale e con il ministro economico e finanziario al centro di attacchi e pressioni, Il Giornale fa notare che “Tria si Salva ma saltano i rimborsi dei crac bancari”. Per questi “serve un provvedimento ad hoc” ma “il problema è che la norma è stata espunta dall’ultima bozza del decreto Crescita – racconta il quotidiano diretto da Sallusti - e ora dovrebbe tornare a vivere di vita propria come decreto ministeriale attuativo della legge di Bilancio che rischia di incorrere negli strali di Bruxelles che vorrebbe il rispetto delle normative Ue, mentre intenzione di Lega e M5s è salvaguardare più o meno tutti coloro che hanno subito perdite. su quel miliardo e mezzo i due soci di governo contano molto in vista delle Europee”. Perché “i risparmiatori stanno perdendo la pazienza e anche Salvini sta perdendo la pazienza», ha chiosato il vicepremier leghista parlando di sé in terza persona.
Il punto, come scrive la Repubblica, è che “il Quirinale non sembra disponibile ad assecondare salti nel buio in una fase così delicata per l’economia del Paese”. “Il professore di Tor Vergata – analizza il quotidiano romano - in questo momento costituisce un elemento di stabilità al quale non è possibile rinunciare. E infatti, a tarda sera, Luigi Di Maio smorza i toni: ‘Tria deve stare tranquillo, non dico sereno… .e continuare a fare il ministro’. Quanto a Salvini, aveva incalzato il Tesoro solo sui truffati dalle banche, guardandosi bene dal chiedere la testa del responsabile di via XX Settembre per la sospetta ‘parentopoli’ denunciata dal M5S”.
Secondo Il Fatto Quotidiano, più vicino alla linea Di Maio, “il ministro dell’Economia voluto anche e soprattutto dal Colle sa essere convesso. Quindi anche se si gioca a spintoni nei pressi del burrone non molla, casomai cede qualcosa” (…) “Tradtto: il M5S accetta il compromesso, Bugno resti dov’è. E il ministro ne esce in piedi. Anche se ha dovuto costringere la consigliera a rinunciare a un incarico a cui teneva moltissimo, che le sarebbe valso uno stipendio annuale da oltre 90mila euro a fronte dei 21 mila dell’Asi. Tria avrà messo in conto una brutta figura a livello internazionale, perché adesso dovrà cercare un nuovo nome per la StMicroelectronics, ma nel gioco del dare e avere l’ha spuntata. Perché è più forte e più convesso dei Cinque Stelle. Arrabbiati e confusi, nonostante i sorrisi televisivi di Di Maio, anche perché non si sa ancora nulla dei fondi ai risparmiatori truffati dalle banche, che per il M5S (e pure per la Lega) sono un comandamento”.