Il Senato 'salva' il ministro dell'Interno e nega l'autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, accusato di sequestro aggravato di persona per aver negato lo sbarco lo scorso agosto, per diversi giorni, a 137 migranti che si trovavano a bordo della nave della Guardia costiera. Il vicepremier, che oggi si è commosso in Aula, twitta: "Una sola parola, amici: grazie".
Con 237 voti a favore, 61 voti contrari e nessun astenuto, l'Assemblea di palazzo Madama 'blinda' il leader leghista e liquida una volta per tutte il 'caso Diciotti', evitando il processo al titolare del Viminale. Oltre alla Lega e al Movimento 5 stelle, votano contro la richiesta del Tribunale dei ministri anche Fratelli d'Italia e Forza Italia. Votano invece a favore Pd e Leu. Nonostante il malessere interno ai 5 stelle, il Movimento regge l'onda d'urto e 'perde' pochi pezzi: in tre, le senatrici Paola Nugnes, Virginia La Mura ed Elena Fattori, votano a favore del processo in dissenso dal gruppo.
Il soccorso del centrodestra
Poche altre le 'defezioni' (in tutto sette, tra cui Matteo Mantero), ma si tratta - precisano i pentastellati - di assenze 'giustificate' da missioni o congedi. In sostanza, alla maggioranza 'allargata' mancano un pugno di voti: Lega, M5s, FI e FdI hanno infatti in tutto 243 senatori. A questi voti vanno aggiunti alcuni senatori del gruppo Misto che hanno votato contro il processo. Dalle opposizioni, però, si fa notare che senza il soccorso del centrodestra M5s e Lega da soli non avrebbero incassato la maggioranza assoluta, fermandosi a quota 153 rispetto ai 165 voti che hanno i giallo-verdi (2 le assenze nella Lega, 7 nel Movimento dove in più 3 hanno votato in maniera difforme).
Al di là dei numeri, la maggioranza si compatta e si presenta unita di fronte all'Aula. Con il premier Giuseppe Conte che, come aveva annunciato ieri, arriva in Senato "sereno e confidente". Non si fa invece vedere Luigi Di Maio, per i 5 stelle c'è Riccardo Fraccaro (e in un primo momento anche Danilo Toninelli), che siede da solo sui banchi del governo quando Salvini prende la parola e sceglie di intervenire dai banchi della Lega, senza però dimenticare di ringraziare gli alleati pentastellati.
"Non sarò mai il ministro che lascia morire in mare"
"Non mi emoziono quando parlo - premette Salvini prendendo la parola in Aula - ma quando c'e' di mezzo un reato... mi sono scritto il discorso, perché se mi si accusa che, col mio lavoro, ho fatto privatamente qualcosa che - rivendica - ho fatto e farò per difendere la sicurezza del Paese e dei miei figli, allora perdonate un po' di emozione". Entrando nel merito della questione sollevata dal Tribunale dei ministri, Salvini spiega che "la decisione sulla Diciotti è stata una iniziativa del governo, coerente con gli interessi pubblici del Paese. Il governo ha sviluppato misure e azioni per la lotta al contrasto dell'immigrazione clandestina e ringrazio i colleghi dei 5 Stelle perché le cose si fanno in due, evidentemente".
Quindi, Salvini non solo rivendica le scelte assunte, ma garantisce anche: "Non sarò mai il ministro che lascia morire in mare qualcuno senza muovere in dito: abbiamo soccorso, salvato e anche aperto un contenzioso". Infine, si difende assicurando che "io e il governo a cui mi onoro di appartenere non saremo mai complici dei trafficanti di droga e di armi". Con la voce rotta dall'emozione, conclude: "Comunque votiate siate certi che continuerò il mio lavoro senza nessuna paura".
Critico il Pd, che attacca: "La prima parte dello scambio è avvenuto. Oggi e' stato salvato Salvini dalla Lega e da M5s con l'aiuto di Forza Italia. Domani tocca a Toninelli: è una vergogna", dice il capogruppo Andrea Marcucci, riferendosi al voto di oggi sulle mozioni di sfiducia a Toninelli. Tranchant il commento del dem Francesco Verducci: "Il voto di oggi sancisce la fine del Movimento. Politicamente non esistono più".