La lite è sui numeri - grandi numeri, per intenderci - della Flat Tax, ma la tensione in famiglia è più ampia, su fronti che si riscaldano o si raffreddano a seconda delle giornate. Così se non è la Via della Seta, è il caso Diciotti e se non è la Tav è, per l'appunto, la Flat Tax. Ora a creare malumori all'interno del governo è quella che viene definita la 'Fase II' della 'tassa piatta', quel provvedimento al quale la Lega lavora da tempo e che, nelle parole di Matteo Salvini in campagna elettorale in Basilicata, vorrebbe portare "nelle case degli italiani".
"Ha un'incidenza di circa 12 miliardi e si riferisce ad un intervento di riduzione dell'imposta per tutte le famiglie fino a 50 mila euro di reddito" si legge in una nota della Lega, dove è detto inoltre che in particolare "la novità è data dall'introduzione del reddito familiare che attraverso un sistema di deduzioni garantisce la progressività dell'imposta.
La necessità di una puntualizzazione è venuta dopo le parole di Luigi Di Maio che aveva annunciato: "Sulla Flat tax familiare troveremo una soluzione insieme alla Lega, come abbiamo sempre fatto. L'importante è non fare facili promesse alla Berlusconi". Una frase che ha stizzito il Carroccio, anche se il capo politico del M5s si è detto "molto fiducioso" e ha ricordato come il Movimento abbia "lavorato a una riduzione degli scaglioni e della pressione fiscale attraverso il coefficiente familiare". Quello che duole, però, è quella puntualizzazione: "come rappresentanti dello Stato non dobbiamo mai dimenticarci di avere delle responsabilità nei confronti dei cittadini".
Il problema, ricorda il Corriere della Sera, è che fonti del ministero dell’Economia hanno fatto trapelare l’entità del mancato introito per lo Stato da una misura del genere: 59 miliardi all’anno, 25 se il nuovo regime riguardasse soltanto i redditi famigliari fino a 50 mila euro. "Sono numeri strampalati" ha replicato Salvini in una intervista a Rtl, "Non siamo al Superenalotto, i numeri li contiamo con più precisione. Per la prima fase della Flat Tax per le famiglie, per un primo colpo sostanzioso, non per tutti ma per tanti, servono 12-15 miliardi. Con 15 miliardi sarebbe una rivoluzione epocale. A partire dal primo scaglione, dal 23% da abbassare, stiamo facendo tutti i conti del caso".
La Flat Tax, tra i punti cruciali del programma leghista è stato quello che più ha sofferto i travagli della prima manovra, ricorda Repubblica. E secondo un leghista citato dal quotidiano, il fatto che la misura punta di diamante del M5s, il reddito di cittadinanza, sia già operativo, spinge il Carroccio a "offrire una prospettiva altrettanto visibile".
"Non so se esista uno studio perché non l'ho mai visto, ma se anche esistesse non può riferirsi alla nostra proposta di Flat Tax: Fase II che ha un'incidenza di circa 12 miliardi e si riferisce ad un intervento di riduzione dell'imposta per tutte le famiglie fino a 50 mila euro di reddito", ha detto il sottosegretario alle infrastrutture Armando Siri che, in una intervista a La Stampa ha assicurato che "la proposta leghista di Flat Tax familiare è fattibile e fa parte del contratto di governo".