La Tav ancora al centro delle tensioni interne al Governo anche se Matteo Salvini e Luigi Di Maio cercano di far trasparire sicurezza escludendo che la situazione possa precipitare.
È stata una giornata di botta e risposta a distanza, il venerdì otto marzo che prelude ad un fine settimana di lavoro per tentare di arrivare ad una mediazione, e che è stato incendiato dalle parole del sottosegretario Stefano Buffagni (M5s): "Credo che la crisi di Governo sia già aperta, finalmente. Abbiamo visto sui giornali diverse crisi in questi mesi, ma ora c'è un po' di difficoltà sulla Tav".
I prossimi appuntamenti
Lunedì, 11 marzo, intanto, è atteso il Cda della Telta, la società italo-francese che deve decidere se avviare i bandi di gara per il treno che, da progetto, collega il nostro Paese con la Francia. E se il leader della Lega, Matteo Salvini, è convinto che le proposte alle imprese debbano partire, il M5s non è proprio della stessa opinione.
"Chi vuole mandare a casa questo governo tifa per la Tav per dividerci e far saltare il governo e questo fa ancora più male", osserva il capo politico del Movimento Luigi Di Maio che in queste ore non ha risparmiato strali a Salvini, sottolineando che è da irresponsabili minacciare una crisi della maggioranza.
"Il governo e la sua tenuta sono una cosa seria, stiamo parlando del Paese. Io voglio solo che si rispetti il contratto e non si faccia cadere il governo, questo è buon senso: pensare che c'è ancora molto da fare", aggiunge in serata il capo politico del Movimento, dopo aver osservato: Il presidente del Consiglio Conte "non si era mai schierato a favore della Tav", il processo che lo ha portato ad avere dei dubbi "è stato scevro da qualsiasi ideologia. Se due persone, io e il premier Conte, sono per una tesi, un altro non può decidere in maniera autonoma".
"Mettere la linea Alta' Velocita' Torino-Lione nel contratto non è stata una volontà ideologica. Non siamo contro l'Alta velocità e le infrastrutture italiane, perciò abbiamo commissionato una analisi costi-benefici.
Un'analisi che ha confermato che c'e' un fondamento scientifico: questa opera non è produttiva per il Paese", dice ancora il vicepremier M5s. Nessun contatto oggi, secondo quanto viene riferito, con il leader del Carroccio che smentisce ogni ipotesi di caduta dell'esecutivo: "Nessuna crisi di governo e nessuna nostalgia del passato, lavoriamo per unire e per dare lavoro, sviluppo e futuro all'Italia. Col buonsenso si risolve tutto", scrive, infatti, in una nota.
Conte non anticipa decisioni
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, invita ad andare avanti e a trovare una soluzione, ma non anticipa alcuna decisione: "Adesso vedrete, presto conoscerete le mie determinazioni al riguardo: non anticipo nulla. Dobbiamo lavorare, l'Italia vuole che lavoriamo, non vuole che ci fermiamo a fare dialettica", risponde alla domanda se il termine per i bandi per la Tav possa essere spostato oltre lunedì.
E annuncia: "Noi stiamo lavorando per la crescita economica, come ho anticipato, anche per sfuggire al 'No tav si tav'. Da lunedì sarò in giro per l'Italia cantiere per cantiere: oltre al famoso decreto 'Sblocca cantieri' saremo cantiere su cantiere per controllare e verificare. Abbiamo un approccio pragmatico e operativo. Questo è quello di cui ha bisogno l'Italia".
Intanto, mentre l'opposizione, con il neo segretario del Pd, Nicola Zingaretti, già intravede le urne, M5s fa quadrato: procedere sulla Tav "è contro l'interesse degli italiani, riferiscono fonti del Movimento 5 Stelle offrendo 'un'interpretazione autentica' delle parole del capo politico. Siamo compatti, aggiungono convinti che Salvini non farà comunque cadere il governo.
Cosa pensa il Pd
Il governo a un passo dalla crisi e il Partito Democratico che riprende ad acquisire consensi, per il momento nei sondaggi. Le due cose potrebbero essere collegate, viene fatto notare da ambienti vicini a Nicola Zingaretti.
Non sfugge, ai parlamentari che ne hanno sostenuto la mozione, che dopo la domenica delle primarie tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio qualcosa sembra essersi rotto irreparabilmente. Tanto che nel Pd si comincia a parlare di voto e soluzione parlamentare.
Le urne sono la prima opzione sul tavolo per Zingaretti: "Il Pd non farà da stampella a nessuno. Se non ci sono le condizioni si vada al voto”, ripete il neo segretario ai suoi. Calendario alla mano, se l'esecutivo dovesse andare a casa, ci sarebbe il tempo per votare con le Europee e il Pd ne gioverebbe, visto che la maggiore affluenza premia, tradizionalmente, il centro sinistra.
L'ultima parola spetta, però, al Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che potrebbe scegliere di percorrere la via parlamentare.
In questo caso, se come assicurato da Zingaretti il Pd non cercherà mai l'accordo con il M5s, Salvini potrebbe tentare la strada di un governo di centrodestra più i transfughi del Movimento 5 Stelle, contando sulla voglia dei parlamentari grillini in carica di rimanere al loro posto.
Davanti a tutte queste incognite e subordinate, la bussola del nuovo segretario dem è quella dell'opposizione a questo governo, minandone la stabilità alle basi. Dalla sua prima uscita, Zingaretti ha scelto di battere sulla necessità di dare corso all'accordo con la Francia sulla linea Torino-Lione, restituendo respiro al tessuto industriale del Nord, mare in cui pesca tradizionalmente la Lega. E l'incontro del segretario con il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha segnato l'inizio dello scontro tra Di Maio e Salvini.
"Sulla Tav siamo ormai nella dimensione del surreale perche' ogni quarto d'ora emerge un nuovo tema e una nuova questione per nascondere che c'è un governo che tiene in ostaggio l'Italia”, infierisce Zingaretti durante un incontro pubblico a Roma: “E purtroppo gli italiani stanno pagando un prezzo enorme in termini di credibilità e fiducia sulla possibilità di questo Paese di andare avanti. Credo che veramente stiamo entrando nel tempo della irresponsabilità".
Questo lavoro di logoramento nei confronti della maggioranza va avanti di pari passo con altri due ‘cantieri’, quello della squadra di governo del partito e quello per la formazione della lista unitaria per le Europee.
Dopo l'indicazione di Luigi Zanda quale prossimo tesoriere, Paola De Micheli nel ruolo di vice segretaria e l'idea di proporre Paolo Gentiloni in quello di presidente dell'assemblea dem, Zingaretti avrebbe riempito altre tre caselle strategiche riguardanti la segreteria. Si tratta di quelle dell'Organizzazione, che potrebbe essere affidata all'orlandiano Andrea Martella, degli Enti Locali il cui prossimo responsabile potrebbe diventare il giovane sindaco di Ravenna Michele De Pascale, e del Welfare da affidare a Giuseppe Provenzano.
Una segreteria che si andrebbe cosi' caratterizzando per la giovane età dei suoi componenti: a parte Martella, sia Provenzano che De Pascale sono infatti nati negli anni Ottanta, il primo nel 1982 e il secondo nel 1985.
Un cantiere che procede a rilento
Il secondo cantiere va, invece, avanti a rilento: solo mercoledì sera Carlo Calenda, promotore del manifesto Siamo Europei, scriveva su Twitter: "Ho avuto un ottimo incontro oggi con Zingaretti. Le resistenze sono da più parti. Sono convinto che ce la faremo. Pero' dobbiamo darci una mossa".
Da allora, poco o nulla è cambiato e anche le voci che parlano di un accordo sul simbolo, con quello del Pd che andrebbe affiancato dalla scritta “Siamo Europei”, non trovano conferma dalle parti dell’ex ministro dello sviluppo economico: “Non ne sappiamo nulla, al momento non si riesce ad organizzare nemmeno un incontro. Vedremo”.
Un nuovo incontro si terrà comunque la prossima settimana, così come spiega Zingaretti: "Con Carlo Calenda ci sentiamo continuamente, ci siamo visti ieri e ci vedremo la prossima settimana. Io continuo a pensare che occorra andare avanti su un impegno unitario. Martedi' mattina incontrero' formalmente anche +Europa perchè, ripeto, c'è un lavoro unitario che va portato avanti".