Al via il secondo tempo della partita sul cosiddetto decretone che introduce le misure bandiera di M5s e Lega: reddito di cittadinanza e quota 100 per la pensione anticipata. Dopo il disco verde del Senato con modifiche, il testo sarà riaperto alla Camera dove l'esame prenderà il via oggi nelle commissioni Affari sociali e Lavoro con un ciclo di audizioni informali. Il termine per la presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi al momento è fissato giovedì alle 12.
Le agevolazioni per i disabili
Il governo è al lavoro su una serie di modifiche, a partire dai nodi rimasti aperti al Senato e su cui era stata raggiunta un'intesa di massima tra M5s e Lega. Primo tra tutti quello delle risorse per disabili e famiglie numerose su cui resta l'incognita delle coperture. In cantiere, vi sarebbe una norma per garantire la pensione cittadinanza ad anziani che accudiscono disabili gravi.
Si starebbero valutando anche dei ritocchi della soglia dei beni mobiliari per l'accesso al reddito così come la revisione della scala di equivalenza (da 2,1 a 2,2) per i disabili gravi. Allo studio anche la possibilità per le madri che si occupano di disabili gravi di andare in pensione prima. La coperta è stretta e sarà necessaria una sintesi tra le intenzioni dell'esecutivo e le valutazioni della Ragioneria dello Stato.
Le tutele per i rider
M5s e Lega stanno trattando anche su altri due temi: le misure per la tutela dei rider e la stretta alle pensioni dei sindacalisti. A gennaio il ministero del Lavoro aveva annunciato che la norma per regolare il contratto di lavoro dei moderni ciclofattorini sarebbe arrivata entro marzo. Il governo punta a inserirla nel passaggio del decreto a Montecitorio.
La proposta di modifica è ancora al vaglio poiché si sta valutando la tipologia di lavoratori a cui ricondurre i rider, ma sostanzialmente l'obiettivo è di riconoscere i ciclofattorini come collaboratori ed equiparare le tutele a quelle del lavoro subordinato. Dovrebbero essere introdotti il divieto di pagamento a cottimo, la copertura assicurativa obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e l'istituzione di un apposito Osservatorio al ministero con l'obiettivo di monitorare. Non dovrebbe, invece, essere prevista la paga minima che era stata preannunciata dal ministero.
Tra le novità all'esame anche la creazione di un fondo (1 milione di euro per il 2019 e il 2020) per i cosiddetti workers buyout, cioè gli ex dipendenti di imprese "sottoposte a procedure concorsuali" che costituiscono cooperative per rilevare le aziende in default; queste avranno "diritto di prelazione per l'affitto o l'acquisto di aziende, rami di azienda o complessi di beni".
Cosa potrebbe cambiare per le pensioni
Resta poi aperta la partita dei tagli alle pensioni dei sindacalisti: dopo vari annunci i 5 Stelle hanno prima presentato e poi ritirato al Senato (anche per lo stop della commissione Bilancio) un emendamento che prevedeva di rivedere il conteggio dei contributi figurativi negli anni di aspettativa per attività sindacale e il progressivo ricalcolo contributivo dell'assegno per chi già percepisce un trattamento pensionistico secondo il vecchio sistema retributivo. Ma il Movimento Cinque Stelle intende ripresentare la proposta alla Camera.
Si punta inoltre a eliminare il requisito dell'età anagrafica per beneficiare del riscatto agevolato della laurea a fini pensionistici: salterà quindi il tetto dei 45 anni ma il periodo in cui sarà possibile riscattare i contributi sarà comunque successivo al 1996.
A Montecitorio dovrebbe arrivare anche la norma cosiddetta salva-esodati, ovvero la possibilità per chi ha subito un'interruzione del rapporto di lavoro prima della fine del 2011, ed è in disoccupazione, di agganciarsi, versando un modesto contributo fisso, agli attuali strumenti di pensionamento: quota 100, opzione donna o anche anzianità. Tra i correttivi attesi anche la possibilità di istituire nel cda dell'Inps la figura del vicepresidente e lo stop alla finestra mobile di tre mesi per i lavoratori impegnati in attività gravose.