La minaccia di un'avanzata sovranista e populista il 26 maggio, che sia in grado di paralizzare l'Unione Europea o addirittura conquistare la maggioranza, sembra ridimensionarsi dopo la pubblicazione della seconda proiezione ufficiale sulla composizione del prossimo Parlamento Europeo. I dati pubblicati il primo marzo dallo stesso Europarlamento – un'elaborazione degli ultimi sondaggi nazionali pubblici e ritenuti credibili – confermano il quadro uscito il 18 febbraio scorso con la prima proiezione. Popolari e Socialisti perdono la maggioranza assoluta, ma il fronte europeista tiene grazie a una buona performance dei Liberali.
Leggi anche il Sapere Tutto di Agi: Come funziona l'Ue
La progressione delle forze anti-sistema – i partiti populisti o sovranisti di estrema destra e estrema sinistra – è limita. Anzi, rispetto alla prima proiezione, la somma dei sondaggi nazionali registra un leggero calo nelle ultime settimane degli eletti nei gruppi che criticano l'attuale establishment europeo. Per contro, i Liberali e i Verdi sembrano recuperare terreno. Ma andiamo con ordine, tenendo ben presente che a causa della Brexit e della riduzione del numero di parlamentari europei da 751 a 705, i numeri assoluti sono meno importanti delle percentuali.
Leggi qui i risultati della prima proiezione del 18 febbraio 2019
Il Parlamento in numeri assoluti
Iniziamo dai numeri assoluti. Secondo la seconda proiezione dell'Europarlamento, il Partito Popolare Europee (PPE) dovrebbe rimanere la prima forza della plenaria di Strasburgo con 181 deputati, 36 in meno rispetto ai 217 di questa legislatura, seguiti dai Socialisti & Democratici (S&D), che passerebbero da 186 a 135 seggi (-51).
Al terzo posto dovrebbe classificarsi l'Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa (ALDE), che passerebbe da 68 a 75 seggi (+7). Al quarto posto salirebbe il gruppo di estrema destra Europa delle Nazioni e delle libertà (ENF), di cui fa parte la Lega, che passerebbe da 37 a 59 (+22). I Verdi dovrebbero diventare il quinto gruppo, passando da 52 a 49 seggi (-3).
In sesta posizione c'è la Sinistra Unitaria Europea, che passerebbe da 52 a 47 parlamentari (-5). Segue il gruppo ultraconservatore dei Conservatori e riformisti europei (Ecr), di cui fa parte Fratelli d'Italia, i cui deputai crollerebbero da 75 a 46 (-29) in gran parte a causa dell'uscita dei Tories britannici. In fondo alla classifica c'è il gruppo euroscettico del M5s e dell'Ukip di Nigel Farage, Europa della libertà e della democrazia diretta (EFDD) che passerebbe da 41 a 39 seggi (-2).
La proiezione dell'Europarlamento indica che ci saranno anche 8 deputati “non iscritti”, mentre 66 seggi vengono attribuiti a “Altri”, una categoria che rischia di essere particolarmente importante dopo il 26 maggio per gli equilibri complessivi della plenaria di Strasburgo e Bruxelles. Rispetto alla prima proiezione – che era stata chiusa il 6 febbraio – le differenze sono minime, ma mostrano comunque un trend non troppo favorevole ai populisti e sovranisti. In tre settimane il PPE ha perso 3 seggi, mentre S&D e ALDE sono rimasti stabili. I Verdi hanno guadagnato 5 seggi, mentre la Gue ha 1 deputato in più. Infine due dei gruppi “sovranisti” hanno perso terreno: 5 seggi in meno per ECR e 4 per EFDD.
Occhio alle percentuali
Per determinare come sta cambiando l'Europarlamento e quale potrebbe essere la prossima maggioranza è tuttavia necessario guardare alle percentuali. E, anche in questo caso, si conferma la perdita di slancio di sovranisti e populisti. Quel che sta avvenendo, più che un'avanzata dei partiti antisistema, sembra una ridistribuzione interna tra il campo europeista e quello anti-europeista.
Secondo la seconda proiezione, nel campo dei partii europeisti, il PPE dovrebbe passare dal 28,9% attuale al 25,7%. Il gruppo S&D dovrebbe scendere dal 24,8 al 19,1% Il gruppo dell'ALDE dovrebbe invece risalire dal 9,1 al 10,6%, ma senza contare i deputati che saranno eletti nel partito di Emanuel Macron in Francia (un 3% circa in più se come sembra aderiranno ai liberali). Tra gli europeisti, i Verdi rimangono sostanzialmente stabili (dal 6,9 al 7,0%).
Nel campo dei gruppi a vario titolo euroscettici di destra, l'ECR subisce pesanti perdite passando dal 10,0 al 6,5%. L'EFN invece fa il botto, passando dal 4,9 al 8,4%, in gran parte grazie alla Lega. Stabile invece è il gruppo del M5s EFDD che rimane al 5,5%. All'estrema sinistra, la GUE perde leggermente terreno passando dal 6,9 a 6,7%. Infine, i deputati “non iscritti” dovrebbero passare dal 2,9 al 1,1%, mentre alla categoria “Altri” viene attribuito il 9,4% dei seggi.
La categoria 'Altri'
La categoria “Altri” è relativamente importante, ma alla fine con i suoi 66 seggi potrebbe essere decisiva per decretare il successo o meno dei vari gruppi dell'Europarlamento. Comprende tutti quei partiti nazionali che non hanno ancora formalmente aderito a un partito politico europeo, come la Republique En Marche di Macron o l'estrema destra spagnola di Vox. L'Europarlamento, per correttezza istituzionale, ha scelto di non attribuire questi seggi ai gruppi. Ma ci si può azzardare a fare delle previsioni basandosi sui negoziati che sono in corso all'interno delle famiglie politiche europee.
Nei 66 “Altri” il peso dei seggi del partito di Macron è il più importante: 22 deputati (il 3,1% del totale) che presumibilmente dovrebbero andare all'ALDE. Al gruppo S&D dovrebbero aderire 5 deputati polacchi del nuovo partito Wiosna. Tra i gruppi euroscettici, l'ECR potrebbe sancire l'ingresso di 7 deputati spagnoli di Vox e di 2 olandesi del Forum della democrazia. Il gruppo della lega EFN potrebbe inglobale 2 deputati del partito slovacco Sme Rodina.
I partiti di altri paesi alleati europei del M5s che potrebbero aderire all'EFDD (anche se il futuro del gruppo è incerto perché alcuni deputati attuali potrebbero migrare verso l'ECR dopo il 26 di maggio) per ora non incontrano grande successo: i croati di Zivi Zid si fermano 2 seggi, mentre i polacchi di Kukuiz'15 ne dovrebbero ottenere 4.
Le maggioranze possibili
Sulla base di questi numeri, quali maggioranze sono possibili all'Europarlamento? Il 26 maggio dovrebbe sancire la fine del duopolio popolari e socialisti che ha dominato sulla plenaria di Strasburgo per anni: PPE e S&D per la prima volta non avranno insieme la maggioranza assoluta, escludendo dunque l'ipotesi di una grande coalizione a due. Lo scenario considerato più probabile da diversi analisti è dunque un'alleanza a tre tra popolari, socialisti e liberali.
I gruppi PPE, S&D e ALDE insieme hanno il 55,4%, che diventerebbe il 58,5 se si aggiungono i futuri deputati di Macron. Sommando anche i Verdi, i gruppi che sostengono esplicitamente maggiore integrazione europea insieme hanno il 65,5%. Sono possibili maggioranze alternative, come quella evocata spesso in Italia tra il PPE e le forze sovraniste?
Secondo la seconda proiezione, i popolari e i tre gruppi di destra sovranisti e populisti (EFN, ECR e EFDD) insieme hanno il 46,1%, che diventerebbe il 50,1% solo aggiungendo una quota consistente della categoria “Altri”. Ma – come dimostra la richiesta di diversi partiti cristiano-democratici del nord Europa di espellere il Fidesz del premier ungherese Viktor Orban – una pare del PPE probabilmente lascerebbe il gruppo in caso di alleanza tra popolari e populisti, privandola così della maggioranza dei seggi.
I movimenti anti-sistema
Infine, l'avanzata dei partiti anti-sistema è davvero travolgente? Secondo la seconda proiezione dell'Europarlamento, messi insieme i tre gruppi di destra sovranisti e populisti EFN (con la Lega), ECR (con FdI) e EFDD (con il M5s) il 26 maggio otterranno il 20,4% dei seggi contro il... 20,4% dell'attuale legislatura. I tre gruppi sovranisti e populisti di destra (EFN-ECR-EFDD) più il gruppo anti-sistema di estrema sinistra (GUE) arrivano al 27,1%, un po' meno del 27,3% attuale.
Anche sommando una parte consistente dei seggi attribuiti alla categoria “Altri” (circa il 5% tra destra e sinistra), a livello europeo le forze anti-sistema non sembrano in grado di cambiare significativamente i rapporti di forza. Semmai la seconda proiezione conferma che l'Italia è un caso a parte in Europa, dove sovranismo e populismo sembrano rifluire, con l'eccezione relativa di Vox in Spagna (7 seggi) e Alternativa per la Germania in Germania (10 seggi). Sui 144 deputati che dovrebbero ottenere i tre gruppi sovranisti e popoulisti di destra (EFN-ECR-EFDD), 53 verrebbero eletti dalla Lega (28), dal M5s (21) e da Fratelli d'Italia (4). In altre parole, il 37% del populismo sovranista europeo si concentra in Italia.