Popolari e Socialisti in deciso calo e senza più una maggioranza a due, ma con una tenuta ancora solida assieme ai liberali dell’Alde. E crescita delle forze ‘sovraniste’ che, sommate, otterrebbero comunque solo 153 seggi su 705. Questo il quadro che emerge dalle proiezioni del Parlamento europeo in vista delle elezioni di maggio. Il confronto con l’Assemblea attuale, quella uscita dal voto del 2014 che ha dato inizio all’ottava legislatura dell’Europarlamento, conferma quindi una frenata delle due grandi forze tradizionali, popolari e socialisti, che insieme otterrebbero 318 seggi, 35 in meno della maggioranza necessaria per un accordo di ‘Grande coalizione’ a due. Ma il dato non sarebbe comunque tale da modificare gli equilibri della Ue: la stessa coalizione ‘politica’ a tre, Ppe, S&D e Alde che nel 2014 portò alla nascita della Commissione Juncker e che potrebbe ricostituirsi all’indomani del voto di maggio, avrebbe oggi avrebbe la maggioranza assoluta.
Primi i Popolari
Il primo gruppo per consistenza numerica resta il Partito Popolare, nelle cui fila siedono oggi 217 eurodeputati: le proiezioni attribuiscono alla famiglia del Ppe 183 parlamentari, dunque un calo di 34 seggi. Subito dietro, secondo gruppo dell’Europarlamento, restano i i socialisti, riuniti nel gruppo Socialisti&Democratici (S&D), che cinque anni fa hanno eletto 186 deputati e che oggi sono considerati dai sondaggi in calo di 51 seggi a quota 135. La terza forza dell’assemblea di Strasburgo è quella dei liberali dell’Alde, che assieme a Popolari e Socialisti diede vita nel 2014 alla maggioranza per l’indicazione delle principali cariche istituzionali della Ue.
In marcia verso i liberali
Oggi nei banchi dell’Alde siedono 68 deputati, mentre le proiezioni dell'Europarlamento assegnano ai liberali 7 europarlamentari in più, portando il gruppo a quota 75. Nella proiezione non sono però considerati i potenziali eletti nelle file di En Marche, il partito di Emmanuel Macron, che presumibilmente confluiranno proprio nell’Alde.
Per i sovranisti un successo
Un balzo netto, secondo le proiezioni, sarà quello dell’Europa delle Nazioni e delle Libertà, in cui siede la Lega, che potrebbe diventare il secondo partito della Ue dietro alla Cdu tedesca. Il gruppo di estrema destra oggi ha 37 deputati e proprio grazie alla spinta leghista in arrivo dall’Italia dovrebbe arrivare a quota 59 guadagnando 22 parlamentari, candidandosi così a diventare la quarta forza parlamentare a Strasburgo. Guadagna leggermente, malgrado la Brexit, il gruppo Efdd, cui appartiene il Movimento Cinque Stelle: la componente Europa della libertà e della democrazia diretta oggi ha 41 deputati, e malgrado l’addio dell’Ukip dovrebbe guadagnare due seggi in più arrivando a quota 43.
La rotta dei conservatori
L’addio dei Tory britannici darà invece un duro colpo al gruppo di destra dei Conservatori e Riformisti (in cui siedono i riformisti Conservatori di Raffaele Fitto e Fratelli d’Italia) che sono dati in calo di 24 deputati, passando dagli attuali 75 a 51 seggi. Il dominus del gruppo sarà il partito Libertà e Giustizia al governo in Polonia e con cui Matteo Salvini ha iniziato dei contatti in vista della prossima composizione dei gruppi in Parlamento. Il gruppo della Sinistra unitaria (Gue), che oggi ha 52 seggi, dovrebbe perderne 6 e arrivare a quota 46. I Verdi infine, considerati come un possibile ago della bilancia insieme all’Alde per costituire una maggioranza ‘europeista’ in Parlamento, perderebbero 7 seggi arrivando a quota 45 dagli attuali 52.
Per i gialloverdi solo guadagni
Ma se in termini complessivi, malgrado la crescita dei partiti ‘anti-sistema’, il quadro Ue è destinato a non mutare troppo, visto da Roma il dato è esaltante per la Lega che diventerebbe il secondo partito dell’Europarlamento, passando da 6 a 27 deputati con il 32,4%, e staccando gli alleati del Movimento 5 Stelle (dati al 25,7%) di quasi sette punti.
Il M5S comunque guadagnerebbe 8 seggi passando dai 14 attuali a 22. Crollerebbe invece il Pd, il cui risultato rispetto al 2014 sarebbe più che dimezzato: i Dem passerebbero dagli attuali 31 deputati a 15, mentre FI porterebbe 8 eurodeputati a Strasburgo contro gli 8 attuali.