Con le dimissioni di Pinuccia Montanari sale a 7 il numero degli assessori ad aver lasciato la giunta di Virginia Raggi di loro iniziativa, tra questioni giudiziarie, divergenze politiche e vicende personali. Prima della titolare dell'Ambiente, l'ultimo ad aver rimesso il mandato era stato a maggio scorso Alessandro Gennaro, assessore alle Partecipate.
In precedenza, avevano abbandonato Palazzo Senatorio Marcello Minenna, Paola Muraro, Paolo Berdini, Massimo Colomban e Adriano Meloni. Mentre ad Andrea Mazzillo e Raffaele De Dominicis sono state ritirate le deleghe al termine di controversie politiche ed amministrative.
In totale quindi sono 7 gli assessori ad esser transitati e già usciti dalla giunta di Virginia Raggi nel corso dei due anni e mezzo trascorsi dall'insediamento in Campidoglio, tutti tra l'altro con deleghe di peso.
Lo scontro che ha portato la Montanari a dimettersi viene da lontano. La scorsa estate il Campidoglio e l'Ama - la partecipata comunale dei rifiuti - hanno ingaggiato una disputa su una partita contabile da 18 milioni di euro per la gestione dei servizi cimiteriali reclamata dall'azienda. A dicembre scorso era arrivata una schiarita con l'approvazione del bilancio Ama 2017 da parte dell'azienda, vista la possibilità concessa alla società di chiudere il documento contabile nonostante la passività.
Oggi però la giunta di Virginia Raggi ha bocciato la proposta di bilancio di Ama ritenendola non corrispondente alle sue aspettative, con la Montanari ha votato contro l'atto, unica in tutta la giunta, e conseguentemente ha rassegnato le dimissioni. Ora per Ama si apre il rischio che le banche non vogliano piu' fare credito all'azienda, priva di un documento contabile approvato, con una potenziale ripercussione sul pagamento buste paga dei dipendenti.
La Montanari, amica di lungo corso di Beppe Grillo, era in carica da dicembre 2016, dopo il burrascoso avvicendamento di Paola Muraro, arrivava da due esperienze come assessore nelle giunte comunali di Genova e Reggio Emilia con competenze alla sostenibilita' ambientale. Nel corso del suo mandato l'ormai ex assessore ha puntato sulla diminuzione del quantitativo di rifiuti in città, la crescita della raccolta differenziata e la creazione di impianti di lavorazione e riciclo dei "materiali post consumo".
Un esperimento che però si è scontrato con il fragile ciclo dei rifiuti cittadini, non autosufficiente e soggetto a cicliche crisi di raccolta e smaltimento.