Una memoria "tecnica e non politica" in cui si afferma che Matteo Salvini ha agito per "preminente interesse pubblico" non per sua "iniziativa politica personale" ma seguendo una strategia di governo ben definita e coordinata, coerente con il contratto di governo, in un caso in cui sono risultate evidenti le "responsabilità e le omissioni" da parte di Malta e le richieste di interventi di "solidarietà" inoltrate dall'esecutivo italiano alle istituzioni europee ai fini di una "redistribuzione dei migranti".
E' quanto emerge sul documento depositato dal ministro dell'Interno alla giunta per le elezioni e le immunità parlamentari del Senato, che dovrà decidere se concedere l'autorizzazione a procedere chiesta dal Tribunale dei ministri che lo accusa del sequestro aggravato dei 177 migranti della nave Diciotti. Il documento - accompagnato da due allegati, uno firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l'altro dai ministri Luigi Di Maio e Danilo Toninelli - è stato presentato stasera alla giunta, che si dovrà pronunciare sul caso entro il 22 febbraio e che si riunirà domani mattina alle 8:30.
Di Maio prova a tranquillizzare Salvini: "Abbiamo già superato tante criticità"
Sul caso Diciotti da settimane si segnalano tensioni nella maggioranza, con i 5 stelle che non hanno ancora deciso come votare prima in giunta poi in aula. "Abbiamo superato tante volte delle criticità in questo governo e le supereremo ancora", ha detto stamane Di Maio. "I senatori della giunta stanno seguendo l'istruttoria ma questo è un caso specifico. Noi siamo da sempre contrari sull'utilizzo dell'immunità, i senatori della giunta hanno tutta la mia fiducia. E tutte le volte che hanno scommesso sulla caduta della governo, la scommessa l'abbiamo vinta noi. Porta malissimo scommettere contro la maggioranza".
"L'unica cosa che dico a Salvini è perché parlare sempre delle cose su cui non siamo d'accordo, invece di affrontare le cose su cui siamo d'accordo e andare avanti?", ha aggiunto. Guardando al caso Diciotti, il capo politico M5s ha ribadito che "quella fu una decisione di governo, non solo del ministro Salvini. Abbiamo deciso tutti quanti insieme". "Decideremo, come Movimento, come agire, ma - ha osservato - dopo l'istruttoria. Le persone più scommettono sulla caduta di questo governo, più perdono. Qui abbiamo un governo formato da due forze politiche, che non sono d'accordo su alcune cose, ma sono d'accordo su tante altre".
Tav e Diciotti, Salvini: "Il prossimo che parla lo querelo"
Dal canto suo, Salvini è stato netto nel tracciare una separazione netta tra i due dossier più spinosi all'esame della maggioranza, Tav e Diciotti. "Il prossimo che parla" e stabilisce un parallelo "lo querelo, non sta nè in cielo nè in terra. Magari quella era la vecchia politica. Sono sereno e tranquillo - ha detto il vicepremier - ho fatto e farò il ministro dell'Interno che difende la sicurezza del suo Paese. La Tav secondo me serve. Non siamo al mercato, non facciamo l'album delle figurine".
E' esclusivamente "tecnica" perché tale è il giudizio che la giunta deve dare sul caso Diciotti e non "politica" la memoria difensiva che il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha fatto pervenire questa sera al Senato, si sottolinea. I componenti e lo stesso presidente della giunta, Maurizio Gasparri, leggeranno il testo non prima di domani mattina e quindi, per rispetto nei loro confronti, non sarà divulgato integralmente fino a quel momento. La memoria, che non entra nel merito della sussistenza o meno del reato di sequestro, non contiene, contrariamente a quanto scritto oggi da alcuni giornali, attacchi di sorta ai giudici.