L'idea di un referendum sulla Tav l'ha lanciata ieri Salvini ma nei giorni scorsi anche all'interno del Movimento 5 stelle si è discusso della proposta di lasciare la decisione al territorio (Torino e Val di Susa). Di Maio non chiude: "Non lo può decidere un ministro ma lo devono richiedere i cittadini. Intanto noi stiamo facendo lo studio costi-benefici", spiega. È gelo nella maggioranza sul tema delle infrastrutture anche perché il partito di via Bellerio, riferiscono fonti parlamentari, punterebbe a sbloccare due miliardi dal fondo del ministero presieduto da Toninelli per permettere ai comuni di investire.
Il M5s cerca una exit strategy
Nel Movimento 5 stelle permane il no alla Tav ma si sta valutando anche questa strada. A non escluderla sotto traccia sono in diversi, come una 'exit strategy' possibile. "Tutti noi - questa la tesi di chi vorrebbe aprire - siamo contrari alla Tav, ma c'è da considerare anche che i tempi sono cambiati sia per quanto riguarda la differenza tra il progetto iniziale e quello attuale sia perché ci rendiamo conto che c'è un consenso crescente nel Paese e delle pressioni molto forti". E Salvini vuol far leva proprio su queste pressioni per spingere in questa direzione. "Aspettiamo il rapporto costi/benefici, ma visto che riguarda soprattutto torinesi e piemontesi e gran parte della penisola italiana, se non si arrivasse a una decisione, chiedere ai cittadini cosa ne pensano", sostiene.
In realtà Di Maio ha preso tempo, ha sottolineato che una consultazione referendaria a livello nazionale non è prevista ma l'idea del leader della Lega ha creato fibrillazione nei gruppi. Il No alla Tav è un cavallo di battaglia M5s da sempre. "Noi abbiamo la bandiera No Tav nella sala dei gruppi, come facciamo a dire di sì?", sottolinea uno dei pentastellati.
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Anche il ministro delle Infrastrutture, Toninelli, ha sempre negato una ipotesi del genere. Ma l'opzione del referendum locale potrebbe essere un escamotage per aprire il confronto con il mondo delle imprese. Del resto il premier Conte ha già incontrato gli imprenditori favorevoli alla Tav il 5 dicembre. La posizione pentastellata resta quella del no all'opera. Salvini "faccia i conti con la realtà", la reazione del Movimento 5 stelle torinese.
Ma tra Di Maio e Salvini è duello anche sul rapporto con le imprese. Il leader del Carroccio ha incontrato al Viminale quindici associazioni di categorie. "Tutti i ministri hanno il dovere di incontrare sempre le imprese. Come ha detto Boccia ora ci aspettiamo i fatti - la reazione di Di Maio -. E i fatti si fanno al Mise, che si occupa di imprese. Ieri ci sono state parole". Ed ancora: "Ieri c'erano poco di dieci sigle, domani ne riuniamo oltre 30 di tutti i comparti". "A me interessa la sostanza, io incontro, ascolto, trasferisco, propongo, miglioro. Poi a me interessa che il governo nel suo complesso aiuti gli italiani. Ognuno fa il suo", ha poi spiegato Salvini.