Il decreto Sicurezza incassa anche la fiducia della Camera, dopo il via libera del Senato. Con 336 voti a favore e 249 contrari, il decreto è a un passo dall'essere convertito in legge, voto finale che però slitta a domani e potrebbe arrivare anche nella giornata di giovedì. Tutto dipende dall'ostruzionismo delle opposizioni, in particolare del Pd, che ha deciso di intervenire a raffica sui 146 ordini del giorno. Lo stesso governo, con il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, non azzarda previsioni: "Voto finale domani? Dipende dalle opposizioni".
La soddisfazione del ministro
Ma nonostante il 'decreto-bandiera' della Lega non sia ancora diventato legge, Matteo Salvini esulta e, convocata una conferenza stampa a votazioni di fiducia ancora in corso, non nasconde la contentezza: "Esprimo enorme soddisfazione non da ministro ma da cittadino italiano perché tra oggi e domani diventerà legge il decreto che porterà più sicurezza ordine e legalità nelle città italiane". Quindi, il titolare del Viminale garantisce: "Non sono interventi spot ma misure organiche". Infine, annuncia: "La mia ambizione è lavorare nei prossimi mesi per una completa rivisitazione di tutte le norme che riguardano l'immigrazione".
Anche i 5 stelle, rientrati i malumori (almeno pubblicamente), votano "convintamente" sia la fiducia sia il provvedimento, assicura Federica Dieni, che rivendica: "È un testo coerente dopo le modifiche apportate grazie ai 5 stelle. Il decreto contiene molte misure fin da troppo tempo necessarie e lo votiamo con senso di responsabilità, senza differenze perché uniti dal medesimo interesse, la sicurezza dei cittadini". Proprio ai pentastellati si rivolgono i dem in Aula: "Voi M5s, con la vostra muta complicità state costruendo una dittatura della maggioranza pur dicendo di non condividere norme del decreto. Voi permettete che con un voto di fiducia sulla tenuta di una maggioranza che scricchiola, si calpestino i diritti delle persone e si vanifichi l'uguaglianza dei cittadini. Fate attenzione a quello che state facendo, soprattutto voi che dite di essere contrari e poi chinate il capo", avverte Emanuele Fiano.
Per Minniti è "decreto insicurezza"
Il predecessore di Salvini al Viminale, Marco Minniti, attacca: "Sono molto preoccupato per quello che chiamo il 'decreto insicurezza', perché quando ci cancella la protezione umanitaria si sta dando un colpo mortale alle politiche di integrazione del nostro Paese. Secondo il candidato alla guida del Pd, il provvedimento crea "illegalità" e produce una "difficoltà estrema nelle politiche di integrazione". Critiche anche da Forza Italia e FdI, che votano contro la fiducia ma non escludono un voto favorevole sul via libera finale al provvedimento.
Il decreto Sicurezza non ha avuto un iter parlamentare semplice, anzi spesso si è trovato di fronte una strada in salita: tensioni all'interno del governo, fibrillazioni e malumori tra i 5 stelle destinati tuttavia ad infrangersi contro il muro innalzato da Matteo Salvini, che non ha concesso alcun passo indietro agli alleati. È, questa, la cornice che accompagna il via libera definitivo al decreto, provvedimento cavallo di battaglia della Lega giunto all'ultimo giro di boa in zona Cesarini: diventerà legge a pochissimi giorni dal rischio scadenza (il 3 dicembre). Il decreto Sicurezza segna anche un primato per il governo Conte: è infatti il primo provvedimento dell'esecutivo giallo-verde che affronta le aule parlamentari blindatissimo e che viene approvato con una doppia fiducia, prima al Senato e poi alla Camera.