"Io ho un vertice con rigatoni, ragù e Champions League". Il pressing del Movimento 5 stelle è fortissimo, fonti di governo in serata avevano fatto sapere di un vertice a tre, tra Salvini, Di Maio e Conte, ma il segretario della Lega ha ribadito che prima voleva l'ok al dl sicurezza, poi si parlerà di prescrizione. Anche perché sulla norma inserita dai pentastellati nel ddl anticorruzione è stallo. "Tutto bloccato", dicono dal Movimento, "non ci sono passi avanti", sottolineano dal partito di via Bellerio.
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Resta alta quindi la tensione nella maggioranza. Acuita anche dalla rimozione del presidente dell'Agenzia spaziale, testimoniata in giornata dalle differenze sull'Ici (la Lega non si schiera con il Movimento che ha chiesto al ministro Tria di recuperare l'Ici non versata dalla Chiesa, così come stabilito la Corte di giustizia dell'Unione europea) ma soprattutto dai lavori alla Camera e al Senato.
Il voto di fiducia al maxiemendamento presentato dal governo sul dl sicurezza è slittato a stamattina. Tra rinvii causati più dal braccio di ferro in corso sulla giustizia che dall'attesa della bollinatura del Mef sulle modifiche al provvedimento al Senato. Del resto già di primo mattino di ieri i pentastellati Patuanelli e Taverna avevano chiarito che il semaforo verde al Dl Salvini fosse legato all'ok della Lega sulla prescrizione. Non si possono prevedere pene più severe senza garantire anche la certezza di queste pene, la tesi. Per questo motivo i presidenti delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia di Montecitorio, Brescia e Sarti hanno fatto slittare i lavori.
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In Commissione si comincerà a votare oggi pomeriggio ma dalla Lega fanno muro: "Così il ddl anticorruzione non passa". La Lega punta ad incassare il via libera sulla sicurezza, resta l'irritazione per la mossa del Movimento ma c'è la disponibilità a discutere. Di tutto, chiarisce il ministro dell'Interno. Facendo intendere che sul tavolo ci sono diversi nodi da sciogliere e non riguardano solo la prescrizione. Ma il Movimento 5 stelle minaccia ritorsioni sul dl sicurezza che dovrà comunque approdare nell'Aula della Camera e fa blocco.
Un pressing portato avanti dal premier Conte e dal responsabile della Giustizia Bonafede e dal vicepremier Di Maio. La soluzione ancora non c'è, il nodo non è solo politico ma anche tecnico, visto che lo stop alla prescrizione - l'accusa del partito di via Bellerio - non può avvenire tramite un emendamento. "Sulla prescrizione, come abbiamo fatto in questi mesi con Di Maio e Conte, la quadra si trova", la rassicurazione di Salvini ieri sera. Rassicurazione che però al momento non lascia soddisfatti i pentastellati. Un vertice di governo dovrebbe tenersi oggi. "Sulla prescrizione vogliamo la stessa lealtà che noi assicuriamo sulla sicurezza", mette in chiaro il capogruppo M5s al Senato, Patuanelli mentre il premier Conte prova a smorzare i toni: "Non stiamo litigando".
Il Corriere della Sera racconta lo sfogo di Luigi Di Maio: "Io al tavolo con Berlusconi non mi ci sono mai seduto proprio perché volevo andare al Governo per riformare la giustizia e fermare i furbetti del quartierino", dice. Poi si lascia scappare un "sono buono e caro ma adesso mi sto stancando": parole che fanno scattare il livello di guardia all’interno del Movimento e che segnano quanto sia surriscaldato il clima nella maggioranza di governo. Tra i parlamentari c’è anche chi si pone una deadline: "Vediamo cosa accade nelle prossime quarantotto ore, il filo del dialogo non si è spezzato, ma se c’è chi pensa solo di incassare senza venire incontro alle nostre posizioni si sbaglia".
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