Via dal dl fiscale lo scudo penale per i reati di riciclaggio e lo scudo fiscale sui capitali all'estero. Se il decreto non sarà modificato, rischia di saltare tutto. È questa la linea di M5s, senza se e senza ma, che si aspetta - secondo quanto si apprende da fonti di governo autorevoli - che la Lega sia d'accordo nel togliere queste norme anche per rispettare il contratto di governo che tiene in piedi l'esecutivo giallo-verde. In realtà il leader leghista, Matteo Salvini, ha detto chiaramente che il provvedimento non va modificato perché è stato approvato all'unanimità in Consiglio dei ministri. Ed esclude per domani nuovi vertici o un altro Cdm.
I 5 stelle però, sempre secondo quanto trapela, non sono disposti a cedere di un millimetro su questi punti. E viene spiegato che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è il primo a non voler cedere a nessun tipo di compromesso, a "non volersi far prendere in giro" avendo partecipato anche lui ai vertici che si sono susseguiti prima della riunione del Cdm di lunedì scorso, vertici che si sono conclusi con l'accordo con 'stretta di mano' tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il tema è sensibile per i pentastellati anche perché tra due giorni - sabato e domenica - ci sarà la kermesse romana del M5s al Circo Massimo e lì Di Maio vuole raccontare e difendere la manovra economica con alcune norme contenute in essa, in primis reddito di cittadinanza, tenendo lontano la parola condono, indigeribile per il suo elettorato.
Salvini: "Nessun complotto né scie chimiche"
Nessuna manina, nessun errore, nessun complotto: l'articolo 9 è stato discusso ("per ore") con tutto il testo del decreto fiscale e non sarà cambiato. Matteo Salvini era in precedenza intervenuto da Bolzano per mettere un paletto in apparenza invalicabile alle proteste di Luigi Di Maio e chiarire che tutti sapevano come stavano le cose su quello che le opposizioni chiamano 'condono', ma che per la maggioranza è una 'definizione agevolata'.
Fatto sta,scrive Repubblica, che la questione è diventata un caso politico all'interno del governo. Dopo la furia di Di Maio che in tv ha parlato di un testo manipolato annunciando addirittura una denuncia in procura, Salvini scarta l'ipotesi di un consiglio dei ministri ("Non possiamo rifare il consiglio dei ministri ogni quarto d'ora. Quando approvo un decreto lo mantengo. Non possiamo ricominciare tutto daccapo") ed è beffardo con l'ipotesi di complotto ventilata dal leader politico dei M5s: "Non ci sono regie occulte, invasioni degli alieni o scie chimiche. Questo è un governo che non ha timidezze, problemi o complotti contro. In consiglio dei ministri c'erano tutti, non c'ero solo io".
All'irritazione dei Cinque Stelle danno voce il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro ("Sono state inserite norme non concordate in Consiglio dei Ministri. Quelle norme spariranno: con noi niente scudi né condoni) e la vceministra dell'Economia M5s, Laura Castelli, che insiste: l'accordo raggiunto il 15 ottobre l'accordo prevedeva nessun condono penale e niente scudo fiscale sui capitali esteri. Castelli, riporta il Corriere, fa riferimento anche alle parole di Massimo Garavaglia, sottosegretario all'Economia della Lega, che a chi gli chiedeva chi fosse a conoscenza delle norme del decreto fiscale aveva risposto: "Lo sapevano tutti".