Che sta succedendo? A metà pomeriggio Giovanni Tria rientra a Roma dal Lussemburgo, rinunciando a partecipare all’Ecofin dove avrebbe dovuto convincere i colleghi europei della bontà della manovra. Quasi contemporaneamente si viene a sapere, per un caso, che Giuseppe Conte è salito al Quirinale, per vedersi a quattr’occhi con Sergio Mattarella. Che gli ha detto?
Giornata convulsa, in cui ci si aspetta la risposta dei mercati al Def giallo-verde con il 2,4% nel rapporto tra deficit e Pil. Pare che la situazione sia stata sostenuta, nei mercati internazionali, dall’annuncio da lontano dell’accordo per la il nuovo Nafta tra Usa, Messico e Canada. Più vicina la tenuta dei titoli energetici. Ciononostante, non è una bella giornata, e si conclude con la Borsa di Milano che perde mezzo punto (ma all’inizio guadagnava) e il differenziale tra btp italiani e bund tedesco che sale oltre i 280 punti, registrando una tendenza che non fa sperare bene per l’immediato futuro.
“L’Europa stia tranquilla”
Il governo italiano si presenta all’esame con una idea che viene ripetuta come un mantra: Bruxelles e i partner comunitari siano sereni, è tutto sotto controllo; l’Italia aumenterà la crescita con quei soldi destinati al deficit, sono investimenti e non regalie. Lo dice a Lussemburgo, dove partecipa ai lavori dell’Eurogruppo, il titolare del dicastero all’economia e alla finanza. Da Roma lo ribadiscono Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Quest’ultimo si sbilancia: l’Europa, è sicuro, dirà di sì.
Sarà anche così, ma la prima reazione dell’Europa è diversa. La Commissione europea aspetta che il governo italiano invii il testo della manovra prima di esprimere un giudizio, ma al momento "il piano di bilancio italiano non sembra rispettare le regole". A dirlo, ancor prima che inizi la riunione dell’Eurogruppo, è il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis.
La Commissione europea aspetterà il 15 ottobre per pronunciarsi sulla manovra italiana, ma a "prima vista c'è una deviazione significativa". E questa volta a parlare è il commissario agli affari economici e monetari, Pierre Moscovici.
Tria prende l’aereo
Risultato: dopo poche ore il programma di Tria viene aggiornato: il ministro parte per Roma, “a lavorare sulla legge di bilancio”, e rinuncia a sostenere il secondo esame previsto, quello dell’Ecofin. Lo spread sale, la Borsa scende. Nel frattempo Conte è stato da Mattarella. Quando la cosa viene risaputa, getta acqua sul fuoco.
“Oggi ho avuto un incontro - come ne ho regolarmente - con il presidente Mattarella per un aggiornamento sui contenuti della manovra economica e sul decreto immigrazione e sicurezza che è in arrivo al Quirinale”, ha cura di certificare, “Si è trattato di un proficuo scambio svoltosi in un clima sereno e costruttivo".
Altri hanno avuto parole meno diplomatiche.
Nuove polemiche con Moscovici
"C'è qualche istituzione europea che gioca a fare terrorismo sui mercati", afferma infatti il vice premier Luigi Di Maio, ribadendo che "non c'è alcuna motivazione che possa mettere in discussione il 2,4%" fissato per il deficit. Il governo - assicura - è compatto. "Stamattina evidentemente a qualcuno non andava bene che lo spread non si fosse impennato: un commissario, Moscovici, si è svegliato e ha pensato di fare dichiarazioni contro l'Italia per alimentare tensioni sui mercati".
Ribatte il diretto interessato: "Quello che può creare turbolenze non sono le mie parole, ma quello a cui reagisco", "evitiamo le escalation che sarebbero insensate". Ed aggiunge, con perfidia transalpina: durante l'Eurogruppo "in molti hanno espresso simpatia per la posizione di Giovanni Tria". Come dire: sappiamo che non è colpa sua.
Cottarelli mette in guardia, Juncker vede nero
"Questa manovra non fa scendere il debito ma probabilmente non lo fa neppure aumentare. Questo non vuol dire che questa manovra vada bene perché aumenta i rischi e in presenza di un qualche 'choc' internazionale si vedrebbe il debito cominciare a crescere rispetto al Pil e a quel punto la crisi di fiducia nei confronti del nostro Paese diventerebbe inarrestabile purtroppo", avverte osservando l’andamento degli indici finanziari il direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani Carlo Cottarelli.
"Quindi la manovra espone l'Italia a rischi: rimaniamo esposti ancora più di prima a un qualche evento esterno che faccia rallentare la crescita in Italia e che magari ci mandi in recessione - ha continuato - e a quel punto il rapporto debito pubblico/Pil comincerebbe a crescere e diventerebbe difficile fermare l'attacco speculativo e la crisi di fiducia".
Ma la sua analisi non è negativa come l’ultima bacchettata che piove, manco a dirlo, sempre da Bruxelles.
Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, esclude infatti ulteriori concessioni all'Italia, perché potrebbero portare alla fine della zona euro. Niente di meno. “Dobbiamo evitare che l'Italia reclami condizioni speciali che, se concesse a tutti, significherebbero la fine dell'euro”, ha detto Juncker in un evento a Friburgo, in Germania, rispondendo a una domanda sulla manovra. Il presidente della Commissione ha spiegato di non volere che l'Italia sia “una nuova crisi greca”. "Non ci sarà nessuna fine dell'euro", ribatte piccato Giovanni Tria, "Io ho parlato con i commissari Moscovici e Dombrovskis non con Juncker. Sarà una sua opinione". Domani si capirà meglio.