"La mia strategia per fermare gli sbarchi". ​Marco Minniti si racconta alla Bbc 
"La mia strategia per fermare gli sbarchi". ​Marco Minniti si racconta alla Bbc 

"La mia strategia per fermare gli sbarchi". ​Marco Minniti si racconta alla Bbc

 Marco Minniti
 Riccardo De Luca/Agf -  Marco Minniti
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Quando era al potere, Minniti ha parlato raramente, ora invece è desideroso di spiegare come sia riuscito a ridurre dell'80% il numero dei migranti prevenienti dalla coste libiche. Quando è subentrato come ministro dell' Interno a dicembre 2016, lo sfruttamento e il traffico di esseri umani, lungo la rotta che dai Paesi subsahariani porta sulle rive del Mediterraneo era una crisi continua. In soli tre anni, oltre mezzo milione di migranti aveva raggiunto l'Italia.

L'accordo

La sua prima visita ufficiale a Tripoli, fu nel gennaio 2017, quando incontrò il presidente Serraj e le altre autorità. "Le tribù del deserto sono fondamentali" - ha spiegato alla Bbc - "Con le sole risorse militari, senza l'appoggio delle tribù, il Sahara è difficile da controllare." Solo nell'estate del 2017, Marco Minniti riuscì a raggiungere un accordo con i capi libici. "Abbiamo firmato un piccolo patto. Ho chiesto loro di interrompere qualsiasi legame con i trafficanti, in cambio ho garantito che l'Italia, l'Europa e la comunità internazionale avrebbero aiutato finanziariamente le loro comunità".

Trattamento inumano?

L'accordo ha avuto risultati immediati. La guardia costiera libica ha iniziato a intercettare le imbarcazioni dei migranti e i numeri su questa rotta sono diminuiti dell'80% circa. Ma il patto del governo italiano con Tripoli è stato duramente attaccato dalle Nazioni Unite che lo hanno definito "disumano". "Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a episodi di schiavitù moderna, uccisioni, stupri e altre forme di violenza sessuale pur di gestire il fenomeno migratorio e pur di evitare che persone disperate e traumatizzate raggiungano le coste dell’Europa". Nel suo attacco, l'agenzia delle Nazioni Unite ha inoltre sottolineato che "il tasso di morti lungo la rotta del Mediterraneo è aumentato drasticamente", Minniti però non ha mai negato di non aver risolto "la questione dei centri di detenzione in Libia", ma ha sottolineato che "è un passo avanti che le Nazioni Unite siano in Libia e possano così visitare i centri".

Troppo tardi per salvare il governo

Secondo l'ex ministro però l'evidente calo del flusso migratorio non è bastato a salvare il governo di centro-sinistra. "Abbiamo perso le elezioni per due motivi", ha sottolineato Minniti. "Non abbiamo risposto a due sentimenti molto forti: rabbia e paura, abbiamo perso il contatto con gran parte dell'opinione pubblica".

E sul suo successore ha detto: "Salvini ha conquistato i titoli di scena abbandonando battelli di salvataggio battenti bandiera straniera e affermando di essere il politico che ha finalmente preso la mano sulla migrazione. Ma in termini di riduzione dei numeri di migranti, è Marco Minniti ad aver avuto il maggior impatto, non Matteo Salvini".

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Con lui alla guida del ministero dell'Interno "l'Italia è riuscita a mostrare all'Europa e al mondo che è possibile gestire la migrazione tenendo a mente due principi: umanità e sicurezza - ha detto - ora siamo in un'altra fase, non c'è emergenza migratoria in Italia". "Ma il nuovo governo non può dirlo, perché se lo facesse, libererebbe gli italiani dalle loro paure. Hanno bisogno di alimentare il problema, trovando sempre un nemico".

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