I populisti "vogliono rimettere l'interesse nazionale davanti a tutto, vogliono distruggere l'Unione come oggi la conosciamo. Noi non dobbiamo permetterglielo": ad affermarlo è il ministro degli Esteri lussemburghese, Jean Asselborn, che in un'intervista a Repubblica è tornato sullo scontro con Matteo Salvini alla ministeriale Ue in Austria e poi con il botta e risposta domenicale.
Asselborn ha precisato che il suo "merde alors" pronunciato contro il titolare del Viminale significa "basta" e "non era un insulto al popolo italiano e nemmeno al ministro". "Non ho insultato l'Italia come ha invece propagandato Salvini con una fake news figlia di un metodo molto pericoloso tanto più se si considera che la sua è stata una provocazione calcolata", ha insistito.
Il ministro lussemburghese ha ricordato che il suo governo "ha ospitato profughi eritrei e ha aiutato con le due navi bloccate prima della Diciotti", "pero'", ha aggiunto, "si mente quando si dice che l'immigrazione in mare può essere fermata: le persone vanno salvate e quando sbarcano devono essere divise tra chi puo' avere la protezione internazionale e chi no. I primi vanno obbligatoriamente ripartiti tra i Paesi ue, gli altri vanno rimpatriati".
Cosa è successo domenica e venerdì
Il 16 settembre c'è stato un nuovo scontro tra Salvini e il ministro degli Esteri lussemburghese, ricorda La Stampa. "Salvini usa metodi e toni dei fascisti degli anni 30", attacca Asselborn in una intervista al sito del settimanale tedesco Der Spiegel. Matteo Salvini replica definendo Jean Asselborn "il ministro socialista del paradiso fiscale Lussemburgo" e aggiungendo: "Se gli piacciono tanto gli immigrati che li accolga tutti in Lussemburgo, in Italia ne abbiamo già accolti anche troppi".
Si tratta, in realtà, del secondo round, dopo che venerdì 14 settembre a Vienna i due si erano scontrati alla riunione dei ministri dell'Interno Ue. Salvini aveva replicato ad Asselborn, che sosteneva l'esigenza di accogliere i migranti e a sua volta il ministro lussemburghese aveva replicato ricordando gli emigranti italiani del secolo scorso e aveva concluso con una imprecazione in francese.
Ad Asselborn non è piaciuto affatto che il uso '"Merde, alors", una sorta di "e che cavolo" sia diventato virale, grazie al video che Salvini ha postato sui social network. "Se vengono ripresi incontri di ministri Ue oppure addirittura di capi di governo e di Stato, allora non ci potrà mai più essere un dibattito franco". La vicenda ha creato imbarazzo anche all'Austria, presidente di turno dell'Ue: "Non eravamo al corrente della registrazione, non ci sono regole per le riunioni informali o le conferenze". E sulla vicenda interviene anche il presidente del Parlamento del Lussemburgo Mars Di Bartolomeo, collega di partito di Asselborn che in una intervista al Fatto quotidiano avverte: "Se davvero la Lega ha nascosto la sua cassa nel mio Paesepresto scoprirà che non siamo un paradiso fiscale ma seguiamo le regole della trasparenza".