Nei primi 100 giorni del governo Conte da inizio legislatura sono state approvate 10 leggi: quattro decreti convertiti in legge ereditati dal precedente governo Gentiloni, l’istituzione di due commissioni d’inchiesta e 4 provvedimenti proposti dalla squadra di governo. È il quadro dell'attività dell'esecutivo nei due rami del Parlamento che emerge da il rapporto AGI/Openpolis.
Un Parlamento sempre più passivo
Come ormai prassi da anni, l’iniziativa legislativa è sempre più nelle mani del governo e non dei membri del Parlamento. Anche l’attuale esecutivo sta confermando questo trend, monopolizzando non solo la produzione delle leggi ma anche il calendario dei lavori. Escludendo i testi proposti dal governo, quelli per l’istituzione di commissioni d’inchiesta, e quelli che già sono diventati legge, solo due testi di iniziativa parlamentare sono stati discussi in aula ottenendo una prima approvazione: il ddl Meloni sulla sicurezza dei bambini in auto (in quota alle opposizioni), e il ddl Romeo sul terzo settore.
Nessun ricorso alla fiducia
Nei primi 100 giorni di governo però, l’esecutivo Conte non ha mai posto la fiducia su provvedimenti in discussione in Parlamento, un dato in forte controtendenza rispetto al passato. Una novità rispetto ai governi precedenti nello stesso periodo di riferimento: Letta (2 volte), Renzi (9 volte) e Gentiloni (5 volte).
Approvazioni date con poco entusiasmo
Quanto ai numeri, su cinque provvedimenti approvati al Senato, solamente 2 hanno ottenuto più di 161 voti favorevoli (soglia abituale di maggioranza): il decreto per il riordino delle competenze nei ministeri (164 sì), e quello per la cessione di unità navali alla Libia (266, grazie ai voti di alcune forze di opposizione).
Gli altri tre (Milleproroghe, il decreto Dignità e quello per il Tribunale di Bari) sono stati approvati con meno voti di quelli abitualmente necessari per ottenere il via libera dell’aula: 148 sì il Milleproroghe, 149 il Tribunale di Bari, 155 il decreto Dignità.