Un deputato leghista ha avvertito i pm che indagano sull'ipotesi di reato di sequestro di persona per la vicenda della nave Diciotti di tenersi lontano da Salvini. "Vi veniamo a prendere sotto casa" ha scritto sui social. Ora rischia di essere denunciato per minaccia al corpo giudiziario, un reato previsto dall'articolo 338 del codice penale. Ma chi è Giuseppe Bellachioma?
Cinquantasette anni, è segretario regionale abruzzese della Lega. È originario di Roseto degli Abruzzi, ma vive e risiede da anni nelle Marche, dove ha un'impresa di pompe funebri. A volerlo segretario dal luglio 2017, racconta AbruzzoWeb, sarebbe stato direttamente Salvini. Poi la candidatura sia nella lista uninominale della Camera nel collegio Pescara e Chieti che nel collegio uninominale dell'Aquila e Teramo, dove era capolista.
Una candidatura 'blindata' indigesta alla Lega dell'Aquila, dove era considerato uno sconosciuto e dove, sostiene il sito, non si è fatto quasi mai vedere durante la campagna elettorale.
A voler portare Bellachioma in tribunale è il senatore abruzzese del Pd, Luciano D'Alfonso, capogruppo dem in commissione Finanze a Palazzo Madama. "Le sue dichiarazioni sono di una gravità inaudita e destano grande preoccupazione. Sul piano politico sembra essere ritornati al periodo fascista, durante il quale l'indipendenza della magistratura fu completamente annullata e qualche magistrato coraggioso subiva atti di intimidazione non dissimili da quello messo in atto da Bellachioma" ha detto.
Le scuse: "Nessuna minaccia"
"Sono sinceramente colpito e profondamente rattristato dalle reazioni seguite a un mio post di ieri. Intendo scusarmi e chiarire: in nessun modo intendevo attaccare, né tantomeno minacciare, la Magistratura, del cui lavoro ho profondo rispetto". Una volta esploso il caso, Bellachioma torna a intervenire su Facebook, spiegando che "il mio commento era mosso solo dalla reazione alle migliaia di insulti e attacchi a cui ogni giorno sono sottoposti Matteo Salvini e la Lega, dalle minacce di morte - sia sui social che sui muri delle città -, fino all'ordigno fatto esplodere recentemente davanti a una nostra sede. Ho ora ben compreso come le mie parole, scritte con leggerezza in un momento di forte emotività, possano aver generato sconcerto e aver offeso persone e istituzioni, non era questa la mia intenzione. Come sempre, oggi come ieri, io e la Lega dell'Abruzzo affronteremo la durezza della battaglia politica unicamente con la forza delle nostre idee e con l'amore per il nostro Paese", conclude il parlamentare leghista.