Per la prima volta da quando è premier Giuseppe Conte posterà oggi su Facebook un suo video messaggio. Non è un amante dei social network, il presidente del Consiglio, che oggi ha però scelto Facebook per dire la sua sul momento politico del Paese, sui primi provvedimenti del suo governo (Milleproroghe e Decreto Dignità), chissà se toccherà anche le questioni internazionali più calde, quella dei migranti be la crisi finanziaria che ha colpito la Turchia nelle prossime ore.
E naturalmente c’è attesa per questo debutto social del premier anche per il tema della Manovra, di cui in questi giorni si è cominciato a parlare in vista del varo dopo l’estate. Quando ha letto che il governo si apprestava ad abolire gli 80 euro di Renzi – scrive oggi il Corriere della Sera - Conte si è infastidito: "Ma chi lo ha detto? Noi ai italiani vogliamo dare, non togliere!". La sua idea, raccontano, è che non si possa cancellare anche la tracce positive lasciate dai predecessori, "altrimenti il Paese va a rotoli». E dunque, per rassicurare i cittadini su pensioni, reddito e pace fiscale, spiegherà che col debito che abbiamo la flat tax sarà giocoforza graduale e accorcerà l’orizzonte delle riforme, da fare «in meno di cinque anni".
Nei giorni scorsi Conte ha convocato i giornalisti a Palazzo Chigi per un punto sulla situazione di metà estate. E oggi si vedrà se annuncerà nuovi provvedimenti o si limiterà ad un bilancio degli ultimi varati dal governo.
Quanto alla sua ritrosia nei confronti dei social, c’è da dire che Conte ha deciso di affacciarsi in questo universo digitale solo dopo la nomina a maggio. Dopo qualche settimana di assestamento, tra parodie e qualche perplessità, l’inquilino di Palazzo Chigi ha trovato un suo posizionamento autorevole e riconoscibile. E i numeri lo premiano. Più di 600 mila seguaci su Facebook, più di 100 mila su Twitter, quasi 100 mila su Instagram. Nessun video-selfie ma molte foto che raccontano le sue giornate tra viaggi e incontri, interviste e sorrisi. Quello che emerge è, in primis, la sua agenda. C’è anche chi ha sottolineato i troppi silenzi e il suo stile dimesso, almeno se confrontato con quello dei due vicepremier. Altri, al contrario, hanno apprezzato la misura con la quale si rivolge ai suoi seguaci.