I numeri per approvare la delibera di Roberto Fico sul taglio dei vitalizi ci sono. Anche grazie all'astensione di Forza Italia e al voto favorevole del Pd e di uno dei due esponenti di FdI. Giovedì 12, quindi, l'Ufficio di presidenza della Camera darà il via libera al provvedimento, nonostante le proteste degli ex parlamentari e il rischio di una pioggia di ricorsi, anche 'ad personam', che hanno suscitato più di un timore tra i leghisti, con tanto di conseguenti fibrillazioni nei 5 stelle, poi placate dalla garanzia di non sfilarsi messa nero su bianco direttamente da Matteo Salvini.
"Il taglio di privilegi e vitalizi del passato era, è e rimane una priorità mia, della Lega e del governo. Prima lo si fa, meglio è, perché i politici non abbiano nulla in più e nulla in meno rispetto a tutti gli altri cittadini italiani", afferma il vicepremier e titolare del Viminale. Sulla tenuta della Lega aveva già garantito Luigi di Maio ("la Lega mi ha dato tutta la disponibilità a votare il taglio dei vitalizi"), ma certo nel partito di via Bellerio nelle ultime ore si era diffuso un certo timore sulle possibili conseguenze del voto a favore, dopo la minaccia degli ex parlamentari di agire con una sorta di class action nei confronti di ogni singolo componente dell'Ufficio di presidenza.
Voterà a favore il Pd, Forza italia non dovrebbe opporsi
Tanto che sono stati consultati anche gli avvocati e da Montecitorio era stata nelle scorse settimane garantita una 'copertura' legale contro eventuali azioni. I diretti interessati dai tagli sono pronti alla battaglia, e oggi l'ex parlamentare Giuseppe Gargani si è rivolto con un appello a Silvio Berlusconi, sperando che "ci aiuti a fermare un'iniziativa che costituirebbe uno strappo costituzionale senza precedenti". Ma Forza Italia non dovrebbe mettersi di traverso: i tre esponenti azzurri che compongono l'Ufficio di presidenza tenteranno, viene spiegato, di modificare il testo (hanno presentato anche un emendamento interamente sostitutivo della delibera Fico), ma al momento clou opteranno per l'astensione.
Chi voterà a favore oltre le forze di maggioranza è il Pd, che pure ha presentato un emendamento per andare incontro ad alcuni casi specifici di ex parlamentari. Quanto a Fratelli d'Italia, Edmondo Cirielli, padre di una proposta sui vitalizi di 5 anni or sono, proverà in ogni modo ad evitare che si commetta "un errore" approvando la delibera Fico. Ma se ogni tentativo risultasse vano, alla fine voterà a favore.
"Sicuramente non posso votare contro una mia idea, anche se è stata copiata male da Fico. Cercherò di evitare che si commetta un errore - spiega Cirielli - ma non posso votare contro". Insomma, conti alla mano, su 18 componenti dell'Ufficio di presidenza la delibera dovrebbe passare con i 9 voti della maggioranza (M5s più Lega, il presidente Fico di norma non vota), a cui si andrebbero ad aggiungere almeno altri due voti (Pd e Cirielli di FdI), e forse anche il voto di Alessandro Colucci (NcI) del Misto, che ha presentato alcuni emendamenti 'moderati'.
"Una giornata storica", è il refrain
Per i 5 stelle, che del taglio ai vitalizi hanno fatto una bandiera, domani sarà quindi una "giornata storica", è il refrain. Ma certo non si nasconde la delusione per la frenata impressa dal Senato, che non solo non ha ancora assunto alcuna decisione in merito, ma non ha nemmeno convocato l'audizione del presidente dell'Inps Boeri nè ha ancora ricevuto il parere da parte del Consiglio di Stato. In soldoni, palazzo Madama è in alto mare e non è affatto scontato che alla fine - nonostante il Questore pentastellato Bottici si auguri che l'ok della Camera sia di stimolo - si adegui e segua la linea di Montecitorio. Con la conseguenza pratica di avere due regimi diversi nei due rami del Parlamento. Il che, spiegano fonti parlamentari di maggioranza, potrebbe aprire autostrade ai ricorsi. "Intanto portiamo a casa la delibera", spiega una fonte 5 stelle, "poi si vedrà". La delibera, se approvata senza modifiche, entrerà in vigore dal primo novembre e comporterà per le casse della Camera un risparmio di circa 40 milioni, è la stima fatta da Fico, pari a 200 milioni per l'intera legislatura.