Si tratta, si tratta, si tratta. Entro domattina si saprà che governo nascerà, e soprattutto se si andrà alle elezioni subito o più tardi, o chissà. Giovanni Toti, da Forza Italia, già indica una data che il suo partito preferirebbe, ed è il febbraio del prossimo anno. Per inciso: più o meno la data che dal Quirinale si indicava fin dall'inizio della vicenda. Ma è lo spiraglio che in serata si è aperto sul destino di un possibile governo politico che ha rimesso in moto la situazione.
Tutto parte dal colloquio, "informale" e fuori programma, che Sergio Mattarella ha intorno alle 17 con Luigi Di Maio. Da ieri si sente dire che il leader grillino stia dando segni di insofferenza, o almeno di perplessità, di fronte all'idea di tornare immediatamente alle urne. Con il Capo dello Stato si intrattiene per una ventina di minuti. Segue quindi un altro colloquio, anch'esso informale e fuori programma, tra lo stesso Mattarella e Carlo Cottarelli, il presidente del Consiglio incaricato. Mezz'ora e la crisi degli 86 giorni vive un nuovo colpo di scena: Cottarelli se ne va e dal Colle si fa sapere che lui la lista l'ha già pronta, ma che non scioglie la riserva perchè si è deciso di attendere per vedere se si concretizzerà qualcosa sul fronte di un governo politico.
Una ipotesi, questa, che sembrava tramontata. E invece tramontata non lo è affatto, se Salvini da Imperia si lascia sfuggire sibillino, anche se a denti stretti: "Io sono ancora nel mood per cui spero che ci sia un governo che risponde al voto dei cittadini per lavorare".
La differenza con le dichiarazioni anche più recenti viene colta al volo. Soprattutto perchè quasi in contemporanea Luigi Di Maio aggiunge: "Troviamo un persona della stessa caratura eccellente di Paolo Savona" per il ministero dell'Economia "e Savona rimane nella squadra ma in un'altra posizione. Questa e' la proposta che faccio pubblicamente". Insomma, se il nodo è il destino personale del controverso professore che non ama l'euro, una soluzione si può trovare.
Non è un'opinione espressa in un momento di solitudine, quella del capo politico del M5S. Tanto è vero che - anche qui a stretto giro di posta - si fa sapere dal Quirinale che si valuta "con grande attenzione" la proposta di governo politico con la presenza di Paolo Savona in un ministero diverso dall'Economia.
Riassumendo: il Quirinale accetterebbe uno spostamento di Savona, Salvini non prenderebbe male un governo politico, Di Maio sarebbe felice se la situazione si sbloccasse grazie ad un compromesso. Si tratta. Anche perchè domani, in un modo o nell'altro, un governo ci sarà. Anche se tecnico, anche se senza fiducia. Cottarelli la sua lista la tiene nella tasca interna della giacca.