Non chiamatelo più governo #gialloverde. Negli ultimi mesi lo staff di Salvini, capitanato da Luca Morisi, si è impegnato moltissimo per cambiare l’immagine della Lega. Un simbolo tutto nuovo; un epiteto da battaglia per identificare il comandante (Salvini è così diventato il Capitano); la scomparsa della parola Nord da qualunque tipo di messaggio, istituzionale o social; una narrazione che rappresentasse una visione d’insieme che comprendesse gli interessi di tutti gli italiani e non quelli di una parte esigua e geograficamente ben identificabile. Ma accanto a questi cambiamenti c’è ne uno, quello cromatico, che è stato recepito più lentamente. Soprattutto dai giornalisti ma anche dall’opinione pubblica.
La conferma del cambio di passo, e di scala cromatica, è arrivato ieri, dopo il giuramento solenne al Quirinale. È stato Matteo Salvini in persona, neo ministro degli Interni e vicepresidente del Consiglio, a salutare la nascita del nuovo esecutivo con un Tweet che cambia la storia.
Confesso, emozionato e felice. #governoLega5S #governogialloblu pic.twitter.com/c6RvUWozAj
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 1 giugno 2018
Meno di un anno fa, il leader della Lega si era presentato a Pontida indossando una felpa blu acceso che avrebbe dovuto rimanere impressa nella mente di chi guardava.
Apprendo ora da #tagadala7 che i vertici della Lega invitano i cronisti a non identificare il #contrattodigoverno come gialloverde bensì come gialloblu perché il blu è il nuovo colore leghista e non da oggi .... https://t.co/bkh2CAbKZ9
— Guido Laremi (@laremi_guido) 18 maggio 2018
Attorno a lui, in quei giorni, fu un profluvio di bandiere, cappellini, sciarpe del nuovo colore. Il Blu come colore dell’Italia, della Nazionale, del futuro, dell’unione di intenti e militanti. Tutto questo, però, nonostante l’exploit alle elezioni del 4 marzo sembra ancora non bastare. È davvero difficile cancellare quel verde che rappresenta, per la Lega, un passato forse troppo ingombrante.
Il contratto #GialloBlu
In effetti basta fare una piccola verifica per accorgersi che il verde, nel mondo della Lega, è definitivamente sparito. Il nome di Salvini, ad esempio, sul nuovo simbolo è poggiato su uno sfondo che riflette il nuovo corso. E anche il famoso contratto di governo firmato con Luigi Di Maio presenta, ai bordi, i due colori portanti del partito. Il giallo dei pentastellati e il blu dei leghisti.
Prime impressioni dopo la lettura del contratto di Governo #Lega - #M5S: per giorni lo abbiamo definito "gialloverde" per poi scoprire che il frontespizio lo hanno colorato di gialloblu. https://t.co/BoMrKjfbm2 pic.twitter.com/lPIGtNmkrn
— Donato Mola (@DonatoMola) 18 maggio 2018
Legastellato meglio di pentaleghista
E se siete alla ricerca di sinonimi fuori dall’ambito cromatico, è sempre Morisi a suggerire la formula da usare. È un governo #GialloBlu ma anche #Legastellato. E non pentaleghista come qualcuno ha azzardato. Sì, perché se nel legame colorato i cinque stelle sono davanti ai leghisti (probabilmente per una questione di suono), nella seconda versione è corretto rovesciare questa gerarchia. Ci vuole, del resto, parità anche negli aggettivi.
Io lo chiamo contratto per il governo #legastellato o #gialloblu. Avanti, Futuro. pic.twitter.com/bBCbMJhnst
— Luca Morisi (@lumorisi) 18 maggio 2018