Come inevitabile, la gestazione in Italia di un governo formato da due forze anti-establishment, sia pur non facilmente comparabili con i loro omologhi stranieri, ha suscitato l'entusiasmo di tutti i movimenti sovranisti che nello spazio di due anni hanno cambiato radicalmente la geografia politica occidentale. A partire da due campioni del nazionalismo come la leader del Front National, Marine Le Pen, e l'ex stratega di Donald Trump, Steve Bannon, che ha rotto con l'immobiliarista diventato presidente dopo essere stato il principale artefice del suo successo. In un'intervista al Corriere la prima, in una conversazione con La Stampa il secondo, entrambi hanno detto la loro su un esperimento politico senza precedenti.
"L'Italia capofila europeo del movimento populista"
"L’Italia, con il suo 'governo di unità', diventerà la capofila in Europa del movimento populista anti-establishment. Per la prima volta, Bruxelles sarà costretta a trattare con un governo anti-sistema in un paese fondatore dell’Unione. Un governo che può godere del sostegno travolgente del suo popolo", dice l'ex chief strategist della Casa Bianca, che ha sempre guardato con interesse alle vicende italiane e, dopo il piccolo "tour elettorale" dello scorso marzo, tornerà nella penisola questa domenica. "Penso che quello tra M5S e Lega sia un patto intelligente, sono certo che farà gli interessi del popolo italiano. Dimostra inoltre la maturità e la saggezza politica di leader come Di Maio e Salvini, capaci di mettere da parte le ambizioni personali per il bene del loro Paese", prosegue Bannon, che però, interpellato direttamente sul rebus rappresentato dalla figura di Giuseppe Conte, glissa: "Il popolo ha eletto i partiti. Questi stessi partiti stanno ora lavorando per raggiungere un compromesso positivo. Saranno poi i cittadini, alle prossime elezioni, a decidere se premiare oppure no il lavoro che sarà stato fatto". La priorità del governo giallo-verde? Bannon non ha dubbi: "L'emergenza immigrazione".
"Le prossime elezioni europee potranno essere un terremoto"
La pasionaria dell'ultradestra francese va più al sodo e guarda all'appuntamento con le prossime elezioni europee, dalle quali si aspetta una replica in grande di quanto avvenuto in Italia, ovvero un arretramento delle forze tradizionali - popolari e socialisti - a favore di quelle antisistema: "Trovo questa situazione entusiasmante perché le prossime elezioni europee potranno essere un vero terremoto: una maggioranza euroscettica a Strasburgo potrebbe decretare la fine di questa corsa folle dell’Unione europea". Ma se il suo amico Salvini si allea con Di Maio, che ha una base elettorale prevalentemente di sinistra, perché Le Pen non si allea con Jean-Luc Mélenchon? "Intanto, siamo onesti, esiste un’enorme differenza tra i Cinque Stelle e Mélenchon: il movimento italiano non è favorevole a una immigrazione sfrenata. E poi i Cinque Stelle sono chiari nella loro opposizione alle politiche di Bruxelles, a differenza dell’ambiguo Mélenchon".