Luigi Di Maio tiene il punto e torna a pronunciare un netto 'no' a Silvio Berlusconi e a Forza Italia. Convinto, secondo quanto si apprende in ambienti autorevoli M5s, che "il centrodestra unito non reggerà nemmeno tre giorni".
Quindi, la "linea è quella di aspettare", pur nella consapevolezza che non si può perdere altro tempo anche a causa dell'aggravarsi della crisi in Siria che rende urgente la nascita di un governo. In ogni caso, sempre secondo quanto si apprende, i contatti tra Di Maio e il leader della Lega Matteo Salvini non si sarebbero mai interrotti.
Il Cavaliere - è il duro diktat del capo politico M5s - deve fare un "passo di lato" per consentire la partenza di un "governo del cambiamento", la nascita di un esecutivo 5 stelle-Lega: concetto espresso prima ancora di salire al Quirinale dai capigruppo pentastellati Giulia Grillo e Danilo Toninelli, e poi ribadito dallo stesso Di Maio subito dopo l'incontro con il capo dello Stato nel secondo giro di consultazioni.
Di Maio pur ammettendo che "con la Lega c'è una sinergia istituzionale che ha permesso di rendere operativo immediatamente il Parlamento" ha aggiunto: "Prendiamo atto oggi che ancora una volta Salvini e la Lega ci stanno proponendo uno schema di centrodestra che è un ostacolo".
Salvini ha chiesto al Movimento 5 Stelle "responsabilità nei confronti del Paese" ponendo fine a quello che ha definito un "gioco di tattiche, di no e di veti".
Per Di Maio invece "è chiaro che la coalizione di centrodestra è tuttora divisa, perché - ha sottolineato il candidato premier 5 stelle - mentre il leader della Lega apriva a M5s, Berlusconi con una battutaccia nei nostri confronti ha dimostrato che il centrodestra stesse sperando in questo momento nel Pd". Il Cavaliere ha aggiunto rivolgendosi ai cronisti: "Sappiate distinguere chi è un democratico e chi non conosce neppure l'ABC della democrazia.." con chiaro riferimento ai 5 stelle.
Parole che irritano i leghisti e aprono una nuova crepa nella coalizione di centrodestra. Lo dimostra il comunicato che arriva successivamente dal capogruppo del Carroccio al Senato, Gianmarco Centinaio, che prende così le distanze: "Le parole finali di Berlusconi oggi al Colle non rispecchiano la posizione della Lega, nè quella del centrodestra che oggi si e' espresso in maniera unitaria e concordata".
Poi, anche il fidatissimo di Salvini, Giancarlo Giorgetti, replica secco: "La battutaccia di Berlusconi è stata poco felice e inopportuna. Ha alzato la palla allo schiacciatore, ha dato l'occasione e il pretesto a Di Maio per respingere l'offerta che il centrodestra aveva fatto un'ora prima". Secondo Di Maio, insomma, "è evidente che quel modello di centrodestra fa un passo indietro invece che avanti" e che "la Lega deve prendersi le sue responsabilità" mentre ora con questa linea il risultato per Salvini è "o il governissimo o tornare al voto".
E poi c'è il tema della premiership. Oggi Salvini ha parlato di un governo di centrodestra dove il premier dovrebbe essere una figura indicata dalla Lega, il che lascerebbe spazi aperti a nomi diversi da quelli del leader del Carroccio. Mentre Di Maio non ha insistito nella rivendicazione esplicita, come ha fatto praticamente ogni giorno, sul suo ruolo di premier votato da 11 milioni di cittadini pur sostenendo, in un passaggio relativo alla situazione in Siria, che la fine del conflitto "sarà determinata non da azioni ma dalla diplomazia e da candidato premier - ha scandito - ho intenzione di sostenere appieno questa linea".