Pausa di riflessione, in coincidenza con la Pasqua, e poi prenderanno il via le consultazioni dei diversi gruppi al Quirinale per dare un governo al Paese. Un iter complicato come non mai, dopo un risultato elettorale che non ha dato nessuno vincente assoluto e un tripolarismo di fatto. Sergio Mattarella ha voluto lasciare tempo ai partiti per chiarirsi le idee, concedendo cinque giorni di tempo per proseguire i contatti e gli eventuali faccia a faccia come quello che molti ipotizzano potrebbe avvenire tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio dopo Pasquetta. In due giorni sentirà tutti, mercoledì e giovedì prossimo, poi potrebbe prendersi una pausa di riflessione.
Al momento tutti mettono in conto la possibilità di un secondo giro di consultazioni nella settimana successiva, la seconda di aprile, dato che al momento i leader politici sono attestati sulle posizioni di bandiera, come è anche in parte ovvio all'inizio di una trattativa non facile. Serve tempo per far maturare processi di dialogo fino a poche settimane fa impensabili e dunque il Capo dello Stato è intenzionato a lasciare ai partiti il tempo necessario perché questi processi avvengano e vengano spiegati ai diversi elettorati.
In assenza di fibrillazioni sui mercati e di pressioni dall'Europa, qualche settimana di tempo per la nascita di un esecutivo, in presenza di una legge elettorale non maggioritaria, è considerato naturale. Certo non si potrà andare alle calende greche, e nel frattempo si dovrà varare il Def e procedere anche con alcune delle nomine in scadenza non prorogabili, ma un governo c'è ed è quindi prevedibile che quanto al merito delle scelte il Capo dello Stato non intende in alcun modo indirizzare il dibattito in un verso o nell'altro. Soprattutto nel primo giro di consultazioni ascolterà le dichiarazioni dei partiti, sapendo che non sempre a quelle altisonanti a favore di telecamere ne corrispondono di identiche a porte chiuse.
Il suo potrà essere un ascolto di particolare interesse, poi, visto che il centrodestra salirà diviso in singoli partiti. Ma tutti coloro che saliranno al Colle sanno che non dovranno attendersi indicazioni o direttive sulle alleanze; dal Presidente giungerà solo la richiesta di dar vita a un governo che abbia una maggioranza certa, ipotesi di governi di minoranza non sono contemplati, e l'assunzione di responsabilità dei partiti davanti alle scelte che essi vorranno fare.
Fuor di metafora, l'idea di un governo del presidente è quanto di più lontano ci sia dal modo di Mattarella di interpretare il suo ruolo. Se si dovesse arrivare a un governo di tutti, dovrebbero essere i partiti a chiedere di arrivarci. In attesa del primo giro di consultazioni, ovviamente, nulla è ancora deciso sulle scelte che il Capo dello Stato potrebbe fare in caso di stallo: preincarico, incarico esplorativo (e a chi) sono ancora tutte possibilità sul tappeto ma senza alcuna prevalenza dell'una sull'altra. Insomma, quando mercoledì si apriranno le porte dello studio alla Vetrata al Quirinale, forse saranno ancora poche le certezze e la fase che comincera' potrebbe non essere breve, per consultazioni che nella prima Repubblica si sarebbero definite 'al buio'.