Roberto Fico lo ripete a ogni pie' sospinto: tutto è cominciato con un meetup. Le sue biografie lo danno per scontato: il neo-presidente della Camera ha mosso i primi passi nel Movimento 5 stelle con un meetup di amici di Beppe Grillo.
Ma che cosa è un meetup?
A spiegarlo è lo stesso Roberto Fico insieme ad Alessandro Di Battista, ora uscito dalla scena politica, in un post del 2015 sul Blog delle Stelle, quando non si chiamava ancora così e si celebravano i dieci anni di queste 'piazze virtuali' in cui si era sviluppato il Movimento. Oggi sono più di mille e contano oltre 155mila membri. Il più 'afofllato' è quello messo in piedi proprio da Fico, con quasi 5.000 membri.
Fico parla di "una grande rivoluzione culturale, sociale e tecnologica" che passa per "laboratori di condivisione di idee e di valori coerenti con i contenuti del blog di Beppe Grillo".
Quale scopo hanno?
Lo scopo dei meetup è creare cultura della partecipazione alla vita pubblica. Nascono spontaneamente tra persone che hanno voglia di riprendere un ruolo attivo nella propria comunità, e si incontrano per immaginare e realizzare insieme una migliore qualità della vita individuale e collettiva.
Si organizzano secondo le esigenze dei partecipanti e assumono la forma più funzionale alle abitudini del territorio e di chi vi partecipa. "Due sono in ogni caso gli elementi comuni qualificanti: contenuti e partecipazione. Nei meetup ci si occupa di temi, di bisogni e beni comuni che interessano il proprio territorio".
"La condivisione è la nostra risorsa"
Tutti gli iscritti ai meetup hanno diritto a partecipare, a condizione che il contributo venga offerto con totale disinteresse e umiltà, e che possa essere accolto senza pregiudizi, integrando la ricchezza di cui ognuno è portatore con il proprio carattere, linguaggio, storia e preparazione. "L’esercizio della partecipazione può essere molto complesso, specie quando si è in tanti. Ma questa è la nostra sfida: essere una comunità che si ascolta e crea le soluzioni più giuste per il benessere di tutti, in autonomia, senza delegare, senza più bisogno di un leader da seguire".
Regole e divieti
- L’uso del nome “Beppe Grillo” sarà inibito qualora gli scopi del meetup fossero evidentemente contrari alle finalità descritte dal suo blog.
- I meetup da soli non sono il MoVimento 5 Stelle (leggi la nota in fondo al post)
- Meetup e MoVimento 5 Stelle possono essere due aspetti dello stesso progetto di democrazia diretta che può realizzarsi solo attraverso una vera rivoluzione culturale.
- La partecipazione al meetup non dà diritto all’uso del simbolo MoVimento 5 Stelle in alcun modo, che può essere usato solo dai portavoce e dalle liste certificate limitatamente alla durata della campagna elettorale.
- I meetup e il MoVimento 5 Stelle si riconoscono negli stessi valori e tendono alla realizzazione della stessa idea di società. Essere capaci di lavorare insieme sui temi, dedicare un po’ del proprio tempo e delle proprie competenze a un progetto comune rende la società un posto migliore in cui vivere.
Come sono nati i Meetup
In Italia i Meetup degli Amici di Beppe Grillo sono nati a partire dal 2005 quando la pressione sul blog beppegrillo.it si è fatta insostenibile, scriveva Repubblica i meetup sono stati un modo per canalizzare e non disperdere le migliaia di commenti che seguivano ogni post del leader e la voglia di partecipazione attiva a livello locale. È da allora che Damien Lanfrey, un giovane ricercatore italiano di stanza alla City University di Londra, si è messo a studiare da vicino la trasformazione di un blog in un movimento civico. Il lavoro è durato sei anni, ha prodotto molte relazioni accademiche approfondite ed oggi, guardandosi indietro, Lanfrey dice che "Meetup, nonostante i difetti della piattaforma, ha permesso ai grillini di sviluppare ogni volta una agenda locale diversa che con il tempo è diventata attivismo".