Circa un terzo dell’elettorato è indeciso su chi votare, e il loro contributo potrebbe cambiare l’esito del voto. Nonostante la crescita del Movimento 5 Stelle nei sondaggi, Silvio Berlusconi, a guida della coalizione di centro-destra, è in vantaggio sulle altre forze politiche. Questo non basterebbe a garantire un chiaro esito del voto dopo il 4 marzo. Il rischio è quello di un Parlamento bloccato e poche possibilità di costruire un’ampia coalizione o un Governo di unità nazionale, cosa che darebbe un ruolo chiave agli swing voters.
Il sondaggio di Quorum/YouTrend rileva che circa il 30% degli elettori non ha ancora deciso chi votare. Di questi, il 64% è composto da donne, solo l’11% laureate, e la maggior parte si è astenuta nelle precedenti elezioni. Circa metà degli indecisi che hanno votato alle elezioni europee del 2014 è composta da elettori di Matteo Renzi. La legge elettorale con cui si voterà, il Rosatellum, prevede un terzo dei seggi alla Camera dei Deputati assegnati con metodo uninominale, elemento che incoraggia la formazione di coalizioni. Il Movimento 5 Stelle da sempre si dice contrario alla formazione di coalizioni, e il Partito Democratico nel febbraio 2017 ha visto una parte dei propri parlamentari uscire dal partito per fondarne uno nuovo, oggi riunito sotto la sigla Liberi e Uguali.
Tutto questo ha favorito il ritorno di Silvio Berlusconi, sebbene non possa candidarsi alla premiership per una condanna per frode fiscale. Bloomberg ha calcolato una media dei sondaggi che assegna al centro-destra il 36,9% dei voti, quasi 10 punti sopra al centro-sinistra (27,7%) e al Movimento 5 Stelle (27,4%). L’ultima Supermedia di YouTrend, prima del divieto di diffusione dei sondaggi dal 17 febbraio, mostra che al centro-destra potrebbero andare 290 seggi alla Camera e 141 al Senato. Secondo Giovanni Diamanti il trend più chiaro delle ultime settimane è l’aumento del consenso per Berlusconi, che potrebbe garantirsi la maggioranza con la vittoria in 35 seggi in bilico nel Sud Italia. Da qui l’importanza degli indecisi, che se andassero a votare potrebbero orientarsi verso i partiti maggiori.