Le parlamentarie del M5s continuano ancora a tenere banco, nonostante le liste siano già state confezionate e presentate. Dal comitato #Annullatetutto stanno partendo, si apprende, le prime diffide a Beppe Grillo e a Luigi Di Maio. Un passo politico e non giudiziario per chiedere conto anche delle esclusioni di tanti attivisti dalle liste, senza che se ne conosca la ragione. Il dito è puntato, di fatto, contro il Movimento 2.0 diventato, e' il j'accuse, il "partito di Luigi Di Maio".
Prima donna alle regionarie pugliesi del 2015, seconda in lista e poi prima dei non eletti alla Regione, come spiega lei stessa, Caterina Vitiello, che ha già inviato la lettera di diffida, ha risposto alla richiesta di candidarsi per il prossimo 4 marzo, seguendo tutte le procedure, racconta, incluse le indicazioni contenute nel manuale del candidato che le è stato, spiega, regolarmente inviato: "Non ho partecipato a graticole e incontri pubblici, non ho rilasciato dichiarazioni alla stampa ed ho realizzato un video, visto da 8000 persone, in cui spiegavo le ragioni della mia scelta", sicura, non avendo ricevuto alcuna risposta negativa, che quanto meno si sarebbe trovata nell'elenco di nomi pubblicato sulla piattaforma Rousseau, ma "ho scoperto solo il giorno delle votazioni online che il mio nome non c'era. Ho pensato fosse un problema mio, ma ho verificato che scomparsi erano anche i nomi di attivisti pugliesi stimati e conosciuti", spiega. E accusa: ormai "M5s si è trasformato nel partito di Di Maio", un organismo "verticistico" e "non democratico" che "ha preso il peggio" dei partiti tradizionali, mentre il capo politico "mente spudoratamente quando definisce omofobi, razzisti e con comportamenti indegni gli esclusi. Questo è inaccettabile", sottolinea indecisa se votare il prossimo 4 marzo "annullando la scheda o lasciandola in bianco. Quello che pensavo di Pd ed FI continuo a pensarlo, ora lo penso anche di M5s", denuncia considerando "complici di questa deriva tutti i parlamentari e i portavoce regionali"
"Da Di Maio dichiarazioni diffamatorie"
Ha sottoscritto il documento del comitato #Annulliamoletutte" (525 gli aderenti, viene riferito), con il quale si chiede di azzerare le votazioni interne al Movimento, anche l'avvocato Tommaso Notaristefano che fra oggi e domani potrebbe procedere con la diffida. "Le dichiarazioni di Di Maio hanno risvolti diffamatori verso gli esclusi dalle liste, visto le parole non lusinghiere in tv sui social e sui giornali", nota Notaristefano che è, spiega, da sempre vicino al Movimento a cui poi si è iscritto e su un eventuale ricorso per vie legali dice: io sarei per l'azione collettiva sia penale che civile".
Anche Brigitta D'Aulisa è fra gli esclusi dalle liste in Puglia. "La protesta - spiega - non viene solo da chi ha dato la disponibilità a candidarsi ma anche dagli stessi attivisti che criticano la metodologia utilizzata e l'assenza di trasparenza. Quando si viene esclusi da una competizione apparentemente democratica è chiaro che ciascuno vuole conoscere le motivazioni". Ci sono "attivisti che da anni hanno operato sul territorio, gente che ha lavorato con i cittadini, che ci ha messo la faccia", spiega dei candidati esclusi. Quindi, punta il dito contro un "percorso non limpido e opaco. Ci si accusa di voler mirare alla poltrona, non è questo. Stiamo contestando un metodo non democratico", osserva e ventila l'ipotesi, alla luce dei risultati delle parlamentarie, che si sia voluto favorire i senatori e i deputati uscenti".
"Era impossibile analizzare i profili di 15mila persone" e Di Maio, "si sarebbe affidato a referenti locali per individuare quelli dei candidati". Ma così sono stati "eliminati gli attivisti che hanno più visibilità sul territorio, dice ancora. D'Aulisa aveva dato la sua disponibilità a correre per il Senato e nel 2015 è stata candidata, "su sollecitazione dello staff" M5s, alle amministrative in Puglia: "Non ho capito che cosa sia successo in questi due anni, perché prima andavo bene e ora no". Il Movimento è cambiato nel partito di Di Maio", denuncia. All'inizio ci si è "serviti dei meetup, degli attivisti che hanno fatto 'il lavoro sporco' e che hanno creato il valore del brand" che è il simbolo di M5s. La gente "riconosce il simbolo, ma non conosce le dinamiche interne", che sono state modificate. Il candidato presidente del Consiglio per M5s, Luigi Di Maio, intanto prosegue la campagna elettorale, difendendo la scelta dei candidati e del programma presentato.