A tre giorni dal deposito delle liste elettorali, la partita delle parlamentarie del Movimento Cinque Stelle non sembra essersi ancora chiusa. Non solo alla luce dei candidati 'traslocati' da un collegio all'altro o cancellati del tutto dal primo elenco pubblicato ufficialmente sul blog. Dal comitato #Annullatetutto, che rappresenterebbe circa 500 persone, starebbero infatti per partire, secondo quanto si apprende, le prime diffide individuali, premessa di un possibile ricorso in tribunale al capo politico del Movimento, Luigi Di Maio, e al garante, Beppe Grillo.
Cosa c'è scritto nel precompilato
Si tratta di diffide extragiudiziali, perché quello che interessa, così viene spiegato, è fare un passo "politico" e non risolvere la vicenda in questione per vie giudiziarie; anche se in via di principio l'una cosa non esclude l'altra. Alcune diffide sarebbero già state compilate sul modulo predisposto, di cui l'Agi è venuta a conoscenza. Ciò che viene chiesto è l'accesso ai dati e agli atti dell'Associazione politica M5s. Contestualmente ci sono le diffide: "Rimuovere, con pubbliche scuse l'etichetta di profittatore, carrierista e poltronista infiltrato - così sostengono gli esclusi - che l'onorevole Di Maio ha attribuito al sottoscritto" riferito a chiunque voglia mandare la lettera di diffida, in concorso con Grillo e Casaleggio, considerando tali parole "gravissima diffamazione"; annullare le parlamentarie per "violazione di norme interne e del codice civile; consentire l'accesso "agli atti tutti dell'associazione" che riguardano l'autore della diffida e segnatamente "del 'parere vincolante' espresso dal capo politico e dal garante" con "le motivazioni che hanno portato" all'esclusione della candidatura.
Chi ha deciso le esclusioni?
Nel precompilato si legge ancora: "Il sottoscritto grillino sin dalla data... al Movimento 5 Stelle ha intensamente e disinteressatamente operato sul territorio" della sua città e della sua regione "per diffondere i principi e il programma dell'associazione"; ed essendosi auto candidato e avendo ricevuto dallo staff M5s la comunicazione dell'acquisizione di tutti i dati "ha atteso l'esito della cosiddetta 'scrematura', all'esito della quale, "non è comparso fra quelli positivamente 'scrutinati'" mentre sono comparsi nominativi "di persone 'sconosciute', di attivisti che non hanno proposto la propria auto candidatura e non hanno inviato" i documenti richiesti, perciò "non ammissibili, secondo regole interne, alla scrematura, di persone notoriamente militanti in partiti ostili al Movimento".
Non solo - prosegue il documento - "notizie di stampa, dichiarazioni note e notorie di attivisti e non 'candidati a loro insaputa' dicono che la cosiddetta scrematura è stata effettuata non dallo (mai reso noto) staff, bensì da 'referenti locali' che hanno 'scremato' secondo proprie convenienze, in primis gli onorevoli locali e i consiglieri regionali, in evidente conflitto di interesse con gli aspiranti candidati ritenuti 'forti di click sul territorio'", viene sottolineato. E si aggiunge che "nessun 'parere vincolante' emesso, adottato o assunto, dal capo politico, dal cosiddetto garante, dalla piattaforma Rousseau o dal signor Davide Casaleggio, è stato comunicato al sottoscritto, tale da consentirgli di comprendere le ragioni della sua esclusione che appare immotivata, ingiusta e dannosa".
Ma i vertici non sono preoccupati
Ma i vertici del Movimento, sempre secondo quanto si apprende, sostengono di non essere assolutamente preoccupati né per le critiche né per le possibili azioni contro le Parlamentarie. Di Maio va avanti con il suo tour in Italia in attesa di ufficializzare, lunedì mattina, le candidature dei 5 stelle, uninominali compresi. Dallo staff, inoltre, fanno notare che il leader M5s spopola su Facebook: secondo quello che viene definito il sistema di misurazione di Fb 'ne parlano', basato su quanti 'mi piace', condivisioni e commenti riceve un profilo negli ultimi 7 giorni, Di Maio risulta in cima alla classifica per maggiore incremento (dal 19 gennaio) con 306.105 utenti pari ad un aumento di +13.375; dopo di lui risulta Giorgio Gori (Pd) con 18.749 utenti (+7.911). E da M5s si fa notare anche che questo accade "senza un euro di sponsorizzazione". Il 'rally per il governo', così l'hanno battezzato i pentastellati, si autofinanzia come da tradizione: ad oggi i donatori sono 11.085 e le donazioni ammontano a 427.920 euro. Il tour, iniziato già il 28 novembre, vedrà anche la partecipazione di Beppe Grillo, forse nelle tappe finali, e si concludera' il 2 marzo a Roma.
Da lunedì, chiuso il capitolo candidature, Di Maio si concentrerà sui nomi della sua eventuale squadra di governo che presenterà agli elettori prima del 4 marzo, come promesso in diverse occasioni.