Il caso IsiameD irrompe nella conferenza stampa di fine anno del premier Paolo Gentiloni. "Non ero a conoscenza" ha detto il presidente del Consiglio rispondendo alla domanda del cronista di AGI, "Se fossi a conoscenza di tutti gli emendamenti sarei un pazzo".
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Poche ore prima, su Twitter, il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, aveva annunciato di aver "dato mandato di procedere alla notifica a Bruxelles e di verificare la compatibilità con regime aiuti di Stato" e che "nel mentre i finanziamenti a IsiameD restano fermi".
Di cosa stiamo parlando
Isiamed è una società nata nel 1974 come Istituto delle relazioni internazionali e presieduta dall'ex ministro Gian Guido Folloni, 71 anni, che sei mesi fa ha cambiato ragione sociale convertendosi al digitale. Ha ottenuto un contributo di 3 milioni previsto in manovra a favore per la "promozione del modello digitale italiano".
In conferenza stampa con i giornalisti dell'Associazione Stampa Parlamentare, Gentiloni ha aggiunto che "è molto importante considerare la banda ultralarga come un servizio universale, non è solo uno stare al passo coi tempi, ma è un fattore di riduzione delle diseguaglianze sociali. Si riducono le distanze culturali e sociali. Lavoriamo sull'industria 4.0 e sulla dotazione di banda ultralarga"