Il confronto TV tra Matteo Renzi e Luigi Di Maio è la pistola che spara lo starter della lunga corsa che porterà alle elezioni politiche in primavera. Nei prossimi due o tre giorni il capo dello Stato dovrebbe firmare la legge di riforma elettorale che sarà il terreno di gioco sul quale si confronteranno i partiti. Domenica in Sicilia si voterà per l'elezione del governatore e il voto nell'isola è considerato da tutti come una prova generale delle prossime elezioni nazionali, un modo per misurare i rapporti di forza all'interno delle coalizioni e tra gli schieramenti. Una prova generale che però non ha visto il PD molto impegnato: pochi e per troppo poco tempo i leader sono scesi in campagna elettorale per il voto nell'isola.
Matteo Renzi è addirittura volato a Chicago per partecipare a una conferenza organizzata da Obama e, salvo sorprese, non chiuderà la campagna elettorale di Micari. La testa è già al dopo. Proprio per questo il segretario Pd ha subito accettato la sfida lanciatagli dal neo leader 5 Stelle Luigi Di Maio per un confronto in televisione. Il leader grillino vuole pungolare Renzi sulla possibile alleanza postelettorale tra il PD e Forza Italia, ma soprattutto si vuole accreditare come il vero front-runner della prossima campagna elettorale. Renzi accetta per confermare la sua leadership nel PD e nel centro-sinistra, che in caso di sconfitta in Sicilia sarebbe messa a dura prova dai maggiorenti dem, e per cercare di recuperare voti al Movimento 5 Stelle nel modo che gli è da sempre più congeniale: la battaglia corpo a corpo con l'avversario. Mentre il Parlamento sarà impegnato nell'esame della manovra economica, che i partiti si stanno sbranando con misure elettorali, da martedì partirà ufficialmente la campagna elettorale per le prossime elezioni politiche.