I retroscena pubblicati dai quotidiani oggi parlano di una telefonata tra il premier Paolo Gentiloni e il leader del Pd Matteo Renzi. “Votare questa legge (lo Ius Soli, ndr) con un brutto clima come quello che c’è ora nel Paese suo migranti sarebbe un errore” avrebbe detto Gentiloni al telefono secondo la ricostruzione pubblicata oggi da La Stampa, una telefonata che sarebbe avvenuta “nell’ora della massima calura” di ieri. Dall’altra parte del telefono Renzi, in vacanza con la famiglia, avrebbe risposto: “Tranquillo Paolo, ho sempre detto che è una battaglia giusta e sacrosanta, ma lo capisco che in questo momento le condizioni sono difficili, quindi siamo d’accordo”. Gentiloni sarebbe stato mosso dal timore di che il governo non avrebbe superato lo scoglio della fiducia su un provvedimento così delicato come lo Ius Soli, che, stando a quanto scrive oggi il Messaggero, avrebbe già fatto perdere ai democratici 2 punti percentuali.
Per il Corriere è una vittoria del realismo
Nella stessa telefonata, raccontata anche sulle pagine del Corriere della Sera, Renzi avrebbe accettato ‘suo malgrado’ la scelta di Gentiloni: “Capisco le preoccupazioni per la tenuta della maggioranza e mi rimetto alle tue decisioni”, con il premier che avrebbe motivato la sua scelta dicendo: “Non possiamo permetterci di far cadere il governo e offrire una carta vincente alle destre”. In un commento, sempre sul quotidiano di via Solferino, Massimo Franco vede nella scelta del governo di rinviare il voto sullo Ius soli una “vittoria del realismo” e “un buon segnale” che indicherebbe “che le priorità del governo alla fine prevalgono su quelle del partito”.
Sarebbe Gentiloni quindi, secondo le ricostruzioni dei due quotidiani, ad essersi guadagnato nell’ultimo periodo una certa autonomia rispetto al segretario dem: “Bisogna registrare”, scrive ancora Franco, “che fino a pochi giorni sembrava che Gentiloni seguisse le decisioni del segretario del Pd. Per fortuna non lo ha fatto, perché il contesto è cambiato”.
Per Repubblica è una resa della sinistra
Una lettura diversa viene offerto da La Repubblica, che parla di “Rinvio che maschera la resa finale”, lasciando arenare la legge più di sinistra proposta dalla sua segreteria. “Renzi avrebbe potuto scegliere tre ipotesi. La prima: fare un passo avanti obbligando Gentiloni a chiedere il voto di fiducia […]. La seconda: fare un passo indietro e dire lasciamo perdere lo ius soli […]”, ma “ha scelto la terza ipotesi: il passo di lato. La scelta non la fa il capo del Pd ma la fa il capo del governo” scrive Massimo Giannini in un duro editoriale.
“La sinistra politica si è arresa”, scrive il giornalista agli “impresari della paura. Politicanti miserabili che dentro e fuori dal parlamento confondono strumentalmente i diritti di cittadinanza di chi c’è già con i doveri di accoglienza”. Repubblica da qualche settimana sta portando avanti una campagna sulle leggi che il governo Gentiloni non dovrebbe tradire. E lo Ius soli è tra le leggi che il quotidiano chiedeva di approvare.