"Firmare il Fiscal Compact e il pareggio di bilancio in Costituzione è stato un grave errore. Probabilmente in quel momento non si poteva fare altrimenti, ma ciò non toglie che le cose vanno cambiate". A parlare è il ministro dei Trasporti, Giuliano Delrio che, in un'intervista a La Stampa, ha appoggiato la sfida di Renzi all'Ue. "Il Fiscal Compact non è il Vangelo - ha detto Delrio -. E' servito alla crescita dell'Italia o della Grecia? La risposta è no. Oggi c'è bisogno di stimolare la crescita aumentando gli investimenti e abbassando la pressione fiscale".
Delrio: "Facciamo come Berlusconi"
"Oggi il problema non è tagliare - ha aggiunto il ministro - ma investire di più. Più spesa, più qualità". Una ricetta, quella di Renzi, di destra come dice Bersani? "Sono allibito - ha risposto Delrio -. Da quando in qua la lotta all'austerità è una ricetta di destra? Non diceva il contrario fino a ieri?". Anche sulla politica delle alleanze a sinistra il ministro si è detto d'accordo con la linea renziana. "Dobbiamo parlare delle cose che interessano i cittadini - ha affermato -. Ma anche Franceschini e Orlando pensano siano prioritari i contenuti. Propongo una moratoria: prima si parla delle nostre proposte, poi si discute delle alleanze. Dobbiamo fare come Berlusconi".
Calenda: "Renzi chiuda fase delle rottamazione"
"Otterremo spazi di manovra solo se ci mostreremo decisi a proseguire e accelerare sul percorso iniziato". Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, risponde così alle domande sulla proposta di Renzi di chiedere all'Europa un deficit al 2,9% per 5 anni. "Prima di dichiarare quanto deficit vogliamo prenderci - ha detto Calenda in una lunga intervista al Corriere della Sera - chiariamo cosa vogliamo farci. Esattamente come per un'azienda che fa ottimi prodotti ma che è stata gestita male ed è troppo indebitata". "L'Italia - ha proseguito il ministro - deve presentare prima un 'piano industriale per il Paese' dettagliato e credibile e poi solo poi, andare a chiedere spazi ai finanziatori".
"Immagino - ha aggiunto Calenda - che la proposta di Renzi riguardi la prossima legislatura. E comunque se domani o fra un anno prendessimo la strada dei tagli fiscali a pioggia o delle mance elettorali, o ancora, se mentre proponiamo di aumentare il deficit rallentiamo le riforme, penso alla concorrenza, o alle privatizzazioni, leggi Poste, beh, allora meglio tenersi al sicuro nei parametri europei". "Credo - ha concluso il ministro - che Renzi debba aprire una discussione ampia sul cosa oltre che sul quando, chiudendo definitivamente la fase della rottamazione e aprendo quella della condivisione e della progettualità". Calenda ha infine al momento escluso una sua scesa in campo politico: "Non credo - ha detto - che un nuovo partito farebbe la differenza. Il mio contributo è finire ben il mio lavoro".