A due giorni dalla batosta subita alle elezioni comunali, che hanno visto un centrodestra redivivo espugnare roccaforti rosse come Genova, Pistoia e Sesto San Giovanni, nel centrosinistra si apre la caccia al colpevole. Con due letture opposte e inconciliabili a fronteggiarsi. Per la corrente del Pd vicina al guardasigilli Andrea Orlando e le formazioni alla sinistra del Nazareno, da Mdp a Giuliano Pisapia, il problema è un Pd troppo renziano che non sa parlare alla gente. Per l’area vicina al segretario è l’esatto contrario: è mancato il traino di un Renzi che si è mantenuto defilato in campagna elettorale, quasi la sua presenza non fosse gradita ai suoi stessi alleati, e la colpa della sconfitta è di chi, da alleato, lo ha contestato, senza però saper intercettare le ansie dell’elettorato su temi come il lavoro o la sicurezza.
"La storia del nuovo centrosinistra è chiusa"
Il clima raccontato dai giornali è quello di una resa dei conti. In mattinata Orlando convoca un’assemblea di corrente, preludio alla convention di Pisapia che si svolgerà sabato a Roma. L’ex sindaco di Milano, chiamato a federare la sinistra, avrà al suo fianco Mdp e l’area orlandiana del Pd. Saranno presenti Bersani, Orlando, Cuperlo e forse persino la Finocchiaro. Proprio da Mdp c’è chi, come Roberto Speranza, tuona che “il renzismo e finito”. Renzi, da parte sua, secondo il retroscena di ‘La Repubblica’, chiude le porte a una resurrezione del vecchio modello dell’Ulivo. “Non parlategli più di Pisapia, delle alleanze e delle coalizione”, riferiscono i fedelissimi, “la gente vuole sentire proposte sul lavoro, la disoccupazione, le tasse, non altro, non concetti astratti. Per questo la storia del nuovo centrosinistra dobbiamo considerarla chiusa”. E il renzianissimo Matteo Orfini, su Twitter, rincara la dose:
La nuova linea è "Renzi convochi subito il tavolo del centrosinistra!". Favoriamo immagine per facilitare il lavoro. #ancheno pic.twitter.com/7pz4jp1Mf6
— orfini (@orfini) 26 giugno 2017
Le prossime tappe sono l’assemblea dei circoli, venerdì e sabato a Milano, e la Direzione il 10 luglio. Renzi, scrive ancora il quotidiano di Largo Fochetti, intende “capovolgere l’agenda” al quale vorrebbero costringerlo gli interlocutori a sinistra. “Come risolvere i problemi lavoro-precarietà, fisco-equità, sicurezza immigrazione. Questi sono i problemi veri”. “Dobbiamo superare l’asfissia del dibattito interno al ceto politico, che rischia di essere lontano dal Paese reale e rilanciare lo spirito originario del Pd”, dichiara al 'Corriere della Sera' il vice segretario del Pd, Maurizio Martina, “anche scrollandoci di dosso questa dinamica per la quale il Pd viene vissuto come capro espiatorio di tutti”. E anche Orlando, ancora sul ‘Corriere’, riconosce che “D’Alema ha posto più veti di tutti e ha detto cose che non hanno aiutato. Uno degli sport di quel campo è rendere più complicato il percorso a Pisapia”.