Il trionfo alle elezioni comunali fa salire le tensioni in un centrodestra che, sull’onda del successo elettorale, si ritrova a non poter più rimandare le questioni aperte da tempo sulla linea da seguire e l’uomo da candidare a Palazzo Chigi. Silvio Berlusconi si ripropone come leader e federatore e chiede un centrodestra “liberale e moderato”, non a trazione leghista, quindi. Per Giorgia Meloni, invece, di moderazione non si può più parlare. Eppure, sottolinea il Messaggero, l’accordo non dovrebbe essere difficile. “I candidati del centrodestra che si sono imposti in queste amministrative hanno tutti, a parte lo ‘sceriffo’ Bitonci a Padova che infatti ha perso, un profilo pragmatico e per nulla da barbari padani o da biechi cacciatori di immigrati”. Il Cavaliere non può comunque che temere un’accelerazione del cosiddetto ‘modello Toti’, risultato nuovamente vincente a Genova, ovvero un’intesa più stretta tra sovranisti e moderati fino alla creazione di un listone unico. Listone che rischierebbe di muoversi in modo autonomo rispetto a una Forza Italia che, con una legge elettorale ancora da scrivere, non archivia del tutto la possibilità di un patto con Renzi. Lo stesso Giovanni Toti, interpellato dal 'Corriere', si sente di dover chiarire: "Ho vissuto con dolore e rispetto ogni lacerazione, il percorso che ho in mente è di riunire il centrodestra in un unico contenitore, prima o poi. Se questo portasse a scissioni, avrei fallito in partenza".
Salvini: "pronto a guidare il centrodestra"
Proprio sul quotidiano romano appare un’eloquente intervista ad Antonio Tajani, il presidente del Parlamento Europeo che in molti vedono come un possibile “Gentiloni di destra”, il volto rassicurante che riporterà a casa i moderati. Per Tajani “è ovvio e naturale” che la leadership della coalizione spetti sempre a Berlusconi: “Lo si è visto in questa campagna elettorale. Chi ha inciso di più nelle ultime settimane è stato proprio lui”. Tajani non ha dubbi: “Se il centrodestra lavora bene ed è uno schieramento moderato, liberale e con un’ispirazione cristiana, si vince e si governa senza grandi coalizioni”. Sulle colonne dello stesso giornale, il leader del Carroccio, Matteo Salvini, si dice pronto, da parte sua “a guidare il centrodestra” purché “Silvio dica chiaramente no a inciuci”. “Berlusconi deve scegliere tra me e la Merkel”, afferma Salvini, “in Europa ci sono anche i conservatori, non solo il Ppe. Qualcuno pensa che il salvinismo sia un reato ma noi abbiamo cultura di governo. Sono un moderato e un liberale, mica un invasivo e un prepotente”. Sulla stessa linea la presidente di Fratelli d’Italia su ‘La Repubblica’. “Adesso basta. Basta con gli ammiccamenti a Renzi, con gli inciucismi, col sostegno alle leggi della sinistra a misura di banche è poteri forti”, afferma Meloni, “Io voglio vincere. E come me Matteo Salvini e Giovanni Toti: tra noi c’è gioco di squadra. Chi vuole stare dalla parte degli italiani, bene, le porte sono aperte: ma si faccia chiarezza una volta per tutte”.