E' allarme larghe intese, almeno sulla carta. Più ci si avvicina alle elezioni e più i partiti mostrano la consapevolezza che il rischio di ritrovarsi in alleanze spurie, dopo il voto, è più alto che mai. E cercano di correre ai ripari, o almeno a denunciare il rischio, chi più chi meno convintamente. E guardacaso sulle pagine di tutti i giornali di stamane il refrain è sempre lo stesso, da destra, da sinistra e dal M5s si ribadisce: "no a inciuci".
Lo chiede Salvini a Silvio Berlusconi, come condizione per una alleanza tra Lega e Forza Italia: "se vuol stare con noi patti chiari e nessuna ambiguità". Lo assicura Matteo Richetti, alla guida del comitato di Matteo Renzi alle primarie: "larghe intese con Berlusconi non sono l'obiettivo di Renzi". Lo invoca Gianni Cuperlo. Lo propone il M5s.
La legge elettorale
Strumento per evitare il connubio innaturale sarebbe una nuova legge elettorale, ma qui il discorso si fa spinoso. Da mesi, dal 5 dicembre per l'esattezza, tutti i partiti hanno affermato con grande solennità: serve una nuova legge elettorale. Sergio Mattarella lo ha ricordato a chi se lo stava distrattamente dimenticando: serve una legge omogenea tra Camera e Senato, senza quella non si riuscirebbe a dar vita a una maggioranza e quindi a un governo.
Ma a tutt'oggi ancora la riforma non è arrivata nemmeno in aula alla Camera. Certo, tutti attendono il congresso del Pd, perché dalla guida del partito più grande in Parlamento dipende ovviamente il tipo di legge elettorale da cui si partirà per il confronto in Parlamento. In settimana, dopo aver deciso un ennesimo slittamento, tutti hanno promesso che però entro l'estate i primi passi si faranno.
Armonizzare i metodi elettorali
Il Capo dello Stato tace, ma attraverso i suoi ambasciatori ha fatto sapere due cose: fino alla fine del congresso Pd non interverrà ma dopo potrebbe lanciare un nuovo appello per una riforma, lui non potrà sciogliere le Camere finché non saranno sanati almeno quei piccoli dettagli che rendono incompatibili le leggi elettorali di Camera e Senato. Nel frattempo la maggioranza dei partiti chiede e promette no a inciuci, perché anche gli ultimi sondaggi danno al momento uno stallo con i tre poli di fatto pari merito e nessun partito tanto forte da potersi guadagnare il premio di maggioranza per poter governare da solo. E in campagna elettorale nessuno dichiara mai di volere larghe intese. TUtto dipenderà dal tipo di legge elettorale con cui si voterà e, ovviamente, dal voto degli elettori. Perché tutti, in cuor loro, sperano in una sorpresa.