Era lei, Marika Cassimatis, la candidata M5S alle elezioni del 11 giugno per votare il sindaco di Genova. Una nomina ottenuta grazie alle Comunarie online di martedì scorso, che l’avevano vista battere – seppur di poco - l’avversario Luca Pirondini con 362 voti contro 338. Questo fino a qualche ora fa, quando Beppe Grillo ha deciso di invalidare il risultato delle votazioni online e di togliere il simbolo dalla lista.
Grillo: “Fidatevi di me, non siamo sicuri di lei al 100%”
Il perché Grillo lo ha spiegato sul suo blog: “Mi è stato segnalato, con tanto di documentazione, che molti, non tutti, dei 28 componenti di questa lista, incluso la candidata sindaco, hanno tenuto comportamenti contrari ai principi del M5S prima, durante e dopo le selezioni online del 14 marzo 2017. In particolare - scrive il comico - hanno ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del M5S, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dai Cinque Stelle; appoggiandone le scelte anche dopo che si sono tenuti la poltrona senza dimettersi e hanno formato nuovi soggetti politici vicini ai partiti". Infine l’appello: “Se qualcuno non capirà questa scelta, vi chiedo di fidarvi di me. Non possiamo permetterci di candidare persone di cui non siamo sicuri al 100%.”
Una mossa prevista dal regolamento
La decisione non viola alcun regolamento, precisa Beppe Grillo: "Nella pagina di accettazione della candidatura per i candidati alle comunarie di Genova, che tutti i candidati hanno sottoscritto online, era stabilito che: 'Il Garante del MoVimento 5 Stelle si riserva il diritto di escludere dalla candidatura, in ogni momento e fino alla presentazione della lista presso gli uffici del Comune di Genova, soggetti che non siano ritenuti in grado di rappresentare i valori del Movimento 5 Stelle'.
Leggi anche: Come sarebbe un governo Cinque Stelle
In base a questa prerogativa e in qualita' di garante del Movimento 5 Stelle, al fine di tutelarne l'immagine e preservarne i valori e i principi, ho deciso, nel pieno rispetto del nostro metodo, di non concedere l'utilizzo del simbolo alla lista di Genova con candidata sindaco Marika Cassimatis".
Chi è Marika Cassimatis
Insegnante di geografia all’Istituto tecnico commerciale Rosselli di Genova, Marika Cassimatis, 51 anni ha una laurea in Scienze Politiche, una in Geografia e un dottorato di ricerca in Scienze geografiche. Ha all’attivo diverse pubblicazioni scientifiche di argomento geografico su riviste di Geografia, nazionali ed estere. E’ attivista del Movimento 5 Stelle dal Novembre 2012.
Marika Cassimatis si racconta in un video
Su di lei l’ombra di Pizzarotti e di Putti
Luci e ombre sul nome di Cassimatis. Della ex candidata sindaco sembrerebbe non convincere – queste le voci non ufficializzate dai pentastellati – i suoi rapporti con il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e con Paolo Putti, due ex penta stellati. In particolare, l'insegnante aspirante sindaco sarebbe troppo vicina agli esponenti di "Effetto Genova", la lista civica fondata da Putti prima del suo addio al Movimento 5 Stelle dello scorso gennaio.
Leggi anche: Il Fatto Quotidiano - Genova, Grillo toglie simbolo alla candidata scelta dalla base:
“Nuovo voto, dovete fidarvi di me”
“Gira nei social – scrive Cassimatis su Facebook - un link ad un evento al quale ho partecipato a Parma sul bilancio partecipato nel 2014 (ribadisco 2014, Pizzarotti e la sua giunta erano, allora, ancora saldi sotto la bandiera a Cinque stelle e le tempeste successive erano lontane all'orizzonte.) Vi erano anche numerosi portavoce M5S, ancora portatori sani di Movimento e affatto traditori, come Silvana Carcano e Giulia Sarti, tra quelli che ricordo”.
Cassimatis, ricostruisce il Secolo XIX, “aveva rapporti migliori con i recenti fuorusciti dal movimento genovese, capitanati da Paolo Putti con i quali aveva lungamente collaborato nel Meet-up genovese. Ed era risultata un po’ sorprendente la sua freddezza nei loro confronti quando decisero a gennaio di lasciare i 5 Stelle:
“Il recente allontanamento dei cinque consiglieri liguri, anche se avviene in un momento delicato per il Movimento stesso, non mi crea ansietà - scrisse Cassimatis - Mi dispiace piuttosto che non ci siano state automatiche dimissioni, liberando il seggio per i non eletti disponibili sul territorio (per i consiglieri comunali il gesto avrebbe avuto un valore prettamente simbolico, essendo a scadenza di mandato). Perché, come si sa , quando hanno accettato la candidatura a portavoce, si erano moralmente impegnati alle dimissioni in caso di cambiamento dell’orientamento politico”.
"Ho ribadito il mio impegno morale con i 5 Stelle"
“Facciamo un paragone – scrive ancora nel post Cassimatis - come dire che dal 2013 al gennaio 2017, chi a Genova ha lavorato con Paolo Putti e gli altri portavoce comunali fuoriusciti, era da condannare. Chiariamoci bene: chi non ha lavorato con i consiglieri comunali in quegli anni, significa che NON ha mai fatto attivismo sul territorio, banchetti e manifestazioni comprese perché Paolo Putti era il portavoce e ogni azione politica passava attraverso la sua concessione del logo".
"Direi di aver detto tutto quello che c'è da dire. A suo tempo ho condannato apertamente tutti coloro che sono usciti dal M5S senza abbandonare lo scranno, senza lasciare il seggio al primo non eletto del Movimento. Senza distinzione, fuoriusciti comunali, regionali e nazionali. Si possono facilmente trovare le dichiarazioni in rete...anche più recenti del 2014. Infine, nel mio video di presentazione alla candidatura, ho ribadito il mio impegno morale con il Movimento a sottoscrivere le clausole di autotutela che lo staff vorrà indicare”.
Cos’è il "Metodo Genova"
“A sentire molti commenti sembra che il Metodo Genova fosse perfetto solo a condizione che venisse eletto un candidato sindaco in particolare”, scrive all’inizio del suo post Marika Cassimatis, che continua: “Noi tutti candidati lo abbiamo accettato consapevoli e con entusiasmo perché, dopo qualche perplessità iniziale, abbiamo compreso la preoccupazione dello staff in relazione alle difficoltà che il Candidato Sindaco dovrà affrontare in campagna elettorale e dopo la vittoria. Dovrà amministrare una città incancrenita da decenni di partitocrazia e sarà necessario il sostegno incondizionato di consiglieri coesi e determinati”.
Ma cos’è il Metodo Genova? “Un sistema complicatissimo – scrive la Repubblica - , una specie di elezioni di secondo livello, per individuare non solo il candidato sindaco ma anche la lista a suo sostegno. Utile, si diceva, per mandare in Consiglio comunale una squadra compatta, un gruppo di fedelissimi del candidato. Ma qualcosa era andato storto, perché quel sistema sembrava tagliato su misura per l'ala ortodossa del M5S locale, quello guidato appunto da Salvatore”.
Sul blog di Beppe Grillo si legge che “L’obiettivo di questo metodo non è soltanto limitare/eliminare le correnti interne, ma anche garantire un metodo di selezione imparziale e fortemente meritocratico”. Nella pratica: “A ciascun candidato consigliere sarà chiesto di schierarsi con un sindaco un modo palese e di concorre alla vittoria nella competizione durante il voto online degli iscritti. Stessa cosa per i presidenti di Municipio e i consiglieri municipali. Gli iscritti potranno quindi votare il sindaco e i presidenti di Municipio.