In comune il leader della Lega Matteo Salvini e il governatore della Puglia in corsa per la segreteria del Pd, Michele Emiliano, hanno una visione politica anti-establishment e populista. Poi le loro idee prendono strade diverse, soprattutto per quanto riguarda l’Unione europea. E’ quanto emerge dalle interviste che i due politici hanno rilasciato al quotidiano La Stampa, che le mette a confronto in una doppia pagina intitolata “L’Italia e l’onda populista”. Ecco le due posizioni:
Michele Emiliano: “Pd, partito di banchieri”
Riscrivere un programma di sinistra che aiuti le persone lasciate indietro, impoverite dalla crisi economica e dall’inasprimento delle tasse: è questa la proposta di Michele Emiliano. Il suo è una sorta di antidoto ai venti nazionalisti che soffiano nel mondo e in Europa e che hanno portato alla vittoria il presidente Usa Donald Trump, che hanno sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea e vedono la leader dell’estrema destra francese, Marine Le Pen, in corsa per l’Eliseo. “L’Ue non è la causa di tutti i mali, ma con le banche e la finanza ci siamo dimenticati di chi è rimasto escluso”, ha dichiarato Emiliano in un’intervista a La Stampa, che propone non un populismo di sinistra da contrapporre a quello di destra, ma un “populismo intelligente, concreto, non velleitario”. Il Pd “è diventato il partito dei banchieri, dei finanzieri, dell’establishment. Un partito interessato solo ai potenti e non al popolo”.
Più concretamente, Emiliano propone di “riagganciare la formazione scolastica a un percorso che porti alla certezza del lavoro”. “Lo stato dovrebbe stringere accordi con le imprese affinché queste assumano gli studenti più meritevoli”. Il governatore della Puglia propone inoltre una riduzione della pressione fiscale: “Chi lo ha detto che sia un tema dei populisti della destra?”, chiede Emiliano sottolineando però che “non bisogna far finta che non ci sia un problema di debito pubblico. Si può abbassare la pressione fiscale riducendo i costi della Pubblica amministrazione. Vanno garantiti i diritti essenziali come la salute, la giustizia, la formazione, la sicurezza”. E poi ancora, il governatore propone il reddito di cittadinanza – ma solo per chi è in povertà assoluta – e un ritorno all’articolo 18.
Matteo Salvini: “Con noi priorità a famiglie e lavoro”
Per il segretario della Lega, Matteo Salvini, Mario Draghi sbaglia: “l’euro non è irreversibile”, dice nell'intervista a La Stampa. “L’economia e la moneta devono essere al servizio dei cittadini non il contrario. Chiunque voglia allearsi con noi deve da partire da questo: dal controllo della moneta, dei confini e delle banche”. La stoccata a Bruxelles arriva poco dopo: “Se io fossi presidente del Consiglio chiederei un tavolo a tutti i primi ministri d’Europa per rivedere tutti i trattati internazionali. Se il tavolo non ci fosse ce ne andremmo”. Non solo anche “il ruolo della Nato va ridiscusso”.
Trump, Brexit e Le Pen, dietro i voti e il sostegno non c’è il fattore paura: “Chi ha votato Trump negli Stati Uniti o Le Pen in Francia non si è fatto condizionare dalla paura. Ha fatto una scelta di speranza. Di chi vuole che cambino le cose sulla famiglia, sul lavoro, per la tranquillità economica. E lo stesso sta accadendo in Italia con noi. È un voto di speranza contro la conservazione espressa dal Pd, dalla Merkel, da Hollande e dalla Clinton. Si tratta del popolo che in prima persona decide di contrastare i poteri forti”