L'ex premier Enrico Letta apprezza la mossa della Cancelliera Angela Merkel che ha rilanciato l'idea di un'Europa a due velocità. L'importante, sottolinea, è che l'Italia sia nel convoglio veloce. "Che Angela Merkel - evidenzia Letta in un'intervista al 'Corriere della Sera' - rilanci l'Europa a diverse velocità è un fatto importante, una mossa utile e coraggiosa. La buona notizia è che la proposta venga dalla Germania, il Paese fin qui più immobilista, quello che non voleva toccare nulla e ora invece si muove per la prima volta in una logica di discontinuità. Berlino sembra capire che la mera difesa dell'esistente porta alla distruzione di tutto. La Brexit e Donald Trump costituiscono una doppia minaccia esterna esistenziale e l'Europa deve cambiare passo e direzione".
Un'idea che, il direttore della Scuola di Affari Internazionali a Sciences Po, sosteneva fin dal 1996 nel libro 'Passaggio a Nord-Est, l'Europa tra geometrie variabili, cerchi concentrici e velocità differenziate'. Un rilancio, quello di Merkel, importante in vista del vertice europeo europeo del 25 marzo a Roma, per il sessantesimo anniversario dei Trattati. "Il vertice - spiega - rischiava di diventare solo una cerimonia celebrativa. Questo passo può invece farlo diventare importante quanto lo fu quello del 1957, che non si svolse a Roma per caso ma perché c'era bisogno di uscire dal semplice asse franco-tedesco, dopo la bocciatura della Comunità europea di Difesa. I veri protagonisti dei Trattati di Roma furono infatti il Benelux e l'Italia. E' un marchio di fabbrica fondamentale anche per il nostro ruolo odierno: l'Italia è il cuore dell'Europa e il 25 marzo puo' essere un appuntamento di svolta".
E oggi come allora il nostro Paese deve svolgere un ruolo cruciale all'interno dell'Europa: "Deve giocare da protagonista come allora. E' una nuova sfida perche' dobbiamo stare nel convoglio più veloce, meritarci il ruolo di locomotiva insieme ai Paesi fondatori". Secondo Letta le due velocita' sono necessarie "perché altrimenti finiremmo per produrre una serie di alibi, zavorre e ostacoli, dove a dettare la velocità del convoglio è il vagone piu' lento". Allo stesso tempo "è necessario organizzare le diverse velocità con molti ponti e passerelle da un gruppo all'altro. Io credo però che il vero rischio sia quello di imbarcarci in una discussione politico-istituzionale che allontani i cittadini dal cuore della questione europea. Invece dobbiamo rispondere a due bisogni essenziali: la sicurezza collettiva e il benessere. Altrimenti sarebbero facilmente attratti dalle sirene sovraniste".