Roma - "Non sono d'accordo: ribadisco che il blocco navale si può fare e che è l'unica strada percorribile per fermare l'esodo biblico che sta investendo l'Italia". Così, su Facebook, Giorgia Meloni, a proposito del fact checking, realizzato da Pagella Politica per Agi, secondo il quale non sarebbe possibile effettuare un blocco navale al largo delle coste libiche. "'Pagella politica' - riprende la presidente FdI - ripete quanto già sentito da anni, ovvero che il blocco navale non si può fare perchè 'sarebbe un atto di guerra'. E' poco più che una scusa, per diversi motivi. Anche inviare barconi con centinaia di migliaia di uomini adulti in età da lavoro da uno Stato a un altro - spiega Meloni - può essere considerato un atto di guerra e infatti nessuna nazione del mondo lo tollererebbe, tranne l'Italia a guida Pd. A fronte di una invasione pianificata, il blocco navale rientra come atto di legittima difesa e quindi consentito anche dal diritto internazionale".
"Si ripete - dice ancora la leader FdI - che non è possibile attuare un blocco in accordo con i governi libici perchè in Libia regna il caos e non c'è un interlocutore. Anche questa è una scusa che non regge. La soluzione è molto semplice: proprio perchè la Libia è suddivisa in tre governi e in una moltitudine di fazioni è sufficiente che l'Unione Europea e la NATO dichiarino che sosteranno militarmente e politicamente chi accetterà l'accordo del blocco navale e si schiererà contro chi lo rifiuta. Non ci vuole uno stratega per capire che nessuna delle fazioni vorrà ritrovarsi contro la comunità internazionale e quindi accetterà un blocco navale fatto di comune accordo". "Se poi il governo di Tobruk, o il governo Serraj, o il governo islamista di Tripoli, o i tuareg del Fezzan, o qualche altra tribù libica, vorranno dichiarare guerra all'Italia, all'Unione Europea e alla NATO perchè vogliamo fermare l'invasione dei barconi, beh ce ne faremo una ragione", conclude Meloni.