Roma - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dato l'incarico a Paolo Gentiloni per formare il nuovo "governo di responsabilità" che dovrà guidare il Paese dopo le dimissioni di Matteo Renzi. Gentiloni, secondo prassi, ha accettato con riserva ma si prevedono tempi stretti per il nuovo esecutivo: la riserva potrebbe essere sciolta già martedì, con giuramento mercoledì in modo che giovedì 15 il neo-premier possa partecipare al Consiglio Europeo a Bruxelles nel pieno dei poteri.
Le prime dichiarazioni di Gentiloni
- Il quadro ampio e articolato delle consultazioni svolte dal presidente della Repubblica sarà la base del mio lavoro per definire la composizione e il programma del governo
- Dalle consultazioni è emersa la conferma della decisione del presidente Matteo Renzi di non accettare un reincarico, in coerenza con l'impegno più volte manifestato nel corso della campagna referendaria. Questa coerenza merita rispetto da parte di tutti
- Dalle consultazioni è emersa l'indisponibilita' delle maggiori forze di opposizione a condividere responsabilita' di un nuovo governo
- Non per scelta ma per senso di responsabilità ci muoveremo nel quadro del governo e della maggioranza uscente
- Sono consapevole dell'urgenza di dare all'Italia un governo nella pienezza dei poteri per rassicurare i cittadini e affrontare con la massima determinazione le priorità internazionali, economiche e sociali a cominciare dalla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto
Chi è Paolo Gentiloni, il ritratto del Corriere
#Quirinale: Dichiarazione dell’onorevole Paolo #Gentiloni dopo il conferimento dell’incarico da parte del Presidente #Mattarella pic.twitter.com/eAUqTpAIFB
— Quirinale Uff Stampa (@Quirinale) 11 dicembre 2016
Il Pd al Quirinale non aveva indicato né un nome secco, né una rosa di nomi per la successione a Renzi ma il Capo dello Stato ha voluto tener fede all'imepgno di "dare al più presto un governo al Paese", come lui stesso ha spiegato al termine delle consultazioni sabato sera, e nel giro di poche ore ha convocato Gentiloni.
Il 'gioco del cerino'
Per Mattarella sono troppe le urgenze che richiedono di essere affrontate da un governo nel pieno delle sue funzioni: da una legge elettorale uniforme tra Camera e Senato agli impegni internazionali in agenda ai problemi dell'economia e delle banche fino alla prosecuzione della ricostruzione post terremoto. Tutti punti di programma che richiedono un governo solido, qualunque sia la sua durata. Una solidità dietro la quale gli esponenti dem hanno letto il tentativo di dar vita a un esecutivo senza scadenza. Ma il Pd ha fretta di andare alle urne e vorrebbe avere garanzie su questo, garanzie che nessun capo dello Stato può dare. Ecco dunque di nuovo una sorta del gioco del cerino. Il primo giro di consultazioni ha infatti chiarito che il governo istituzionale non ha il sostegno necessario né si possono indire elezioni immediate. La delegazione Pd si è dunque limitata a garantire al capo dello Stato la sua disponibilità a sostenere un governo di responsabilità che abbia il perimetro della vecchia maggioranza, senza fare nomi, né rose di nomi.
Il blob della crisi, reazioni e polemiche nell'ultimo giorno di consultazioni
L'Aventino M5s, non parteciperemo a voto fiducia
Intanto il Movimento 5 Stelle medita una sorta di Aventino e con ogni probabilità non parteciperà al voto di fiducia che dovrà dare il via libera al nuovo governo. "Mercoledì, giorno in cui presumibilmente si dovrà votare la fiducia, non parteciperemo", hanno annunciato i capigruppo di Senato e Camera Luigi Gaetti e Giulia Grillo, spiegando che nessun nuovo governo può essere - a loro avviso - legittimato.
Stiamo con i cittadini, non con i voltagabbana https://t.co/W2F58bASie
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 11 dicembre 2016