Roma - Duro scontro tra Matteo Renzi e il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky allo speciale 'Si o No' condotto da Enrico Mentana andato in onda su La7. "Rischiamo di passare da una democrazia a una oligarchia, e questa non è democrazia", ha detto il costituzionalista schierato per il no al referendum del 4 dicembre, "la Costituzione di Bokassa non è molto diversa da quella degli Stati Uniti, ma ha una resa diversa, che dipende dal contesto. E questa riforma ha una resa che dipende dall'Italicum".
"Il giudizio del professor Zagrebelsky secondo cui questa riforma avrebbe in sè un rischio autoritario è offensivo nei confronti degli italiani", ha replicato il premier, "l'autoritarismo è dove si mettono in galera i giornalisti, non dove si abolisce il Cnel e si tagliano un po' di poltrone... E i poteri del premier non si toccano". "La legge elettorale si cambia, le leggi elettorali si possono cambiare", ha aggiunto Renzi rispondendo all'obiezione sui rischi presenti nel combinato disposto tra riforme e Italicum. Il premier ha poi citato un'intervista dello stesso Zagrebelsky, del 27 agosto 2013, a 'Repubblica', in cui "proponeva un premio di maggioranza, col ballottaggio": "Ora mi lascia perplesso. Deve fare pace con se stesso. Mi si dica che la riforma non va bene, non che è antidemocratica", ha insistito. In ogni caso, ha ribadito, "siccome la Costituzione è per il futuro dei miei figli, ho detto che prenderemo un'iniziativa per togliere ogni dubbio: la legge elettorale si può cambiare, ma come si fa ad assimilare l'Italia ad un anti-democrazia...". Il sistema dei "capilista" bloccati, ha aggiunto Renzi alludendo a uno dei punti della legge elettorale più invisi alla minoranza dem, "non piace neanche a me. Ed è una delle cose che vorrei cambiare".
Zagrebelsky aveva bocciato senza appello l'attuale legge elettorale: "Il mantra è: la sera prima si sa chi governerà per 5 anni. Non mi sembra democrazia. Ricorda Rousseau, gli inglesi credono di essere liberi ma lo sono solo quando mettono la scheda nell'urna. Poi sono servi di chi li comanderà. In cinque anni si può rovinare un Paese. E' un potere che rischia di essere illimitato". Per Zagrebelsky "la riforma collegata con l'Italicum o con un sistema con premio di maggioranza (che in realtà è un premio di minoranza perché si dà al partito che non riesce ad avere la maggioranza) elimina ogni ostacolo al prepotere di colui che ha vinto le elezioni".
Il presidente del Consiglio ha anche sottolineato che "Zagrebelsky dice di preferire un bicameralismo paritario perché darebbe maggiori garanzie. Ma questo meccanismo crea un infinito ping pong con i testi delle leggi, dando corso a ritardi, come sulla legge contro l'omofobia". Quei ping pong ha ribattuto il costituzionalista, "non derivano dal bicameralismo ma dalle forze politiche, mai coese". "La legge elettorale più riforma costituzionale saranno un terreno aperto per l'affermazione di poteri forti". In un contesto internazionale in cui le destre populiste stanno prendendo terreno, ha aggiunto il professore, "serve un sistema di garanzie" contro "il rischio autoritario". (AGI)